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Etiopia

Etiopia. Nel Tigray la carestia si abbatte su scuole e villaggi

La crisi umanitaria in corso nel Tigray, regione settentrionale dell’Etiopia, potrebbe raggiungere i livelli di allerta di quella del 1984, salita alle cronache per la gravità e per la massiccia risposta della comunità internazionale e del jet set che portò al Live Aid, organizzato da Bob Geldof e Midge Ure.

Le notizie che arrivano dalle zone più remote della regione, i rapporti delle agenzie internazionali, Unocha e Usaid, studi accademici, gli allarme lanciati da Getachew Reda, Presidente dell’Amministrazione transitoria del Tigray, puntano tutti nella stessa direzione: il Tigray ha fame.

Tigray, la guerra più sanguinosa del 2022. Oggi si combatte la fame

La regione esce da due anni di guerra, nei quali le forze regionali del TDF si sono confrontate sul campo con quelle federali; con gli accordi di Pretoria, del 2 Novembre 2022, si è messa la parola fine ai combattimenti, che oltre a causare un numero di vittime stimate intorno alle 600mila, hanno causato danni incalcolabili alle infrastrutture sanitarie difficilmente quantificabili (ad oggi il 90% degli ospedali e delle cliniche sul territorio sono fuori uso o distrutti) nonché profonde ricadute sociali (si pensi che alunni e studenti non hanno potuto varcare la soglia di un’aula scolastica per oltre due anni).

Etiopia. La distruzione delle strutture sanitarie nel Tigray

Una situazione resa ancor più grave dai prolungati periodi di siccità che si sono succeduti negli ultimi due anni e dagli avvenimenti in corso nella vicina regione Amhara, alle prese con i combattimenti tra le milizie Fano e le forze federali.

Tigray
Ethiopia Acute Food Insecurity
November 2023 – January 2024 projected outcome. Credit: Famine Early Warning Systems Network

Il paese è tra i più suscettibili agli shock climatici, principalmente siccità e inondazioni, a causa di modelli di precipitazioni irregolari. Le piogge erratiche hanno avuto un impatto pesante sulla popolazione, sulla produzione agricola e sul bestiame, rallentando fortemente la capacità di recupero.

Nel Tigray 36 distretti di 5 zone diverse sono stati interessati da una grave carenza di precipitazioni; del totale dei terreni coltivabili della regione (1,3 milioni di ettari), solo il 49% è stato coltivato e a causa della forte siccità e a causa dell’inaccessibilità, e solo il 37% della produzione è stato raccolto durante l’ultima stagione di raccolto.

Ad aggravare ulteriormente la situazione è il silenzio che avvolge ciò che accade: gli appelli sembrano cadere nel vuoto, il governo federale infatti ammette l’insorgenza della crisi ma sottolinea come la situazione sia sotto controllo.

Etiopia. Usaid sospende la distribuzione degli aiuti umanitari nel Tigray

L’interruzione degli aiuti alimentari da parte della comunità internazionale nell’Aprile 2023 protrattasi per mesi (conseguenza di casi di distrazione e di corruzione ad essi legati) e l’arrivo di migliaia di profughi dal vicino Sudan (anch’essi alle prese con la guerra) calano l’ombra lunga ed inquietante della tragedia sulla regione.

Etiopia
Credit: Omnatigray

La carestia in atto nel Tigray non va relegata a questione regionale, né si può pensare ad essa considerando solo le zone meno accessibili. Ciò che sta accadendo sta facendo sprofondare intere comunità ed aggrava la richiesta della risposta umanitaria: attualmente oltre un milione di persone soffre a causa della siccità e sono 5,2 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria.

Etiopia, accordo su cessazione delle ostilità nel Tigray. Il testo

Ormai si è passati alla conta dei morti per fame. I network internazionali come BBC riportano di di 1400 morti per fame dal mese di Settembre, dei quali 216 solo nella città di Edaga Arbi nel mese di Dicembre. Uno studio pubblicato da The Lancet, condotto su 3269 bambini, ha constatato come la condizione di malnutrizione acuta grave tra i più piccoli è aumentata in maniera significativa, dall’1% (dato del 2019, ante guerra) al 6% di oggi, mentre coloro che riportavano una malnutrizione acuta media sono passati (sempre nello stesso periodo) dal 10% al 28%.

Una situazione che permea ogni aspetto della vita: la carestia sta provocando la chiusura delle scuole o l’abbandono da parte degli studenti. Dopo due anni di guerra, in cui le scuole hanno dovuto interrompere le loro attività, la breve parentesi alla ricerca della normalità sembra già essersi interrotta.

Il Tigray Education Bureau in un comunicato ha reso noto che dal 18 novembre al 05 dicembre 2023 ha effettuato uno studio territoriale, concentrandosi sulle zone di libero accesso (si ignorano quale scenario potrebbe palesarsi da quelle difficilmente raggiungibili): 213 villaggi di 36 differenti distretti sono stati fortemente colpiti dalla siccità; 625 istituti scolastici sono stati investiti dalla calamità e 222.940 studenti sono a rischio.

Il conflitto, la siccità e la conseguente carestia hanno portato infatti a tassi di iscrizione agli uffici scolastici nettamente inferiori alle aspettative. Su un’iscrizione prevista di oltre 2,4 milioni di studenti, solo il 40% è stato in grado di continuare con la propria istruzione, con numerosi studenti impossibilitati a partecipare ai recenti esami nazionali di ottava elementare a causa degli effetti debilitanti della fame.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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