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RDCongo, oltre 20 morti nel bombardamento di Mweso

Nell’est della Repubblica Democratica del Congo non si ferma mai la guerra frastagliata in decine di scontri tra gruppi ribelli ed esercito regolare, quindi ogni giorno ci sono notizie di massacri e violenze, ma l’eccidio avvenuto nella notte tra mercoledì 24 e giovedì 25 gennaio è particolarmente orrendo: a Mweso, nel territorio di Masisi (Nord Kivu), ci sono stati almeno 19 morti e 27 feriti, ma per altre fonti (ad esempio Jacques Bashali, un notabile del territorio) ci sarebbero 27 morti e 21 feriti, tutti civili uccisi da un bombardamento aereo che, secondo il gruppo ribelle M23, sarebbe stato lanciato dalle FARDC, cioè le forze armate congolesi, mentre queste affermano che sia responsabilità degli insorti.

Di seguito, i due comunicati:

Secondo l’esercito della RDCongo il raid sarebbe stato effettuato dai ribelli dell’M23 dopo essersi resi conto di aver perso il controllo della città di Mweso: “Presi atto della perdita del controllo della cittadina di Mweso, i terroristi dell’M23, appoggiati dall’esercito ruandese, nella loro fuga, hanno sganciato alla cieca 120 bombe di mortaio puntate su questa cittadina provocando la morte di 19 persone e il ferimento di 27 civili innocenti“.

Dal canto suo, l’M23, attraverso il suo portavoce Lawrence Kanyuka, respinge ogni accusa e afferma che il massacro è stato compiuto proprio dall’esercito su ordine del governo di Kinshasa: “Vi sono testimoni oculari degli autori di questi crimini atroci. Kinshasa ha tutta la responsabilità. L’M23 è fermamente determinato a proteggere la popolazione civile e non tollererà il ripetersi di questi crimini“, avvenuti – prosegue la nota – utilizzando “120 mortai, droni, carri armati e aerei da combattimento“.

A Mweso la battaglia è cominciata lunedì, con un’offensiva lanciata dalle FARDC e da altri gruppi armati allineati con il governo (come i Wazalendo), in quel momento occupata dall’M23; poi dopo una breve pausa martedì, gli scontri sono ripresi mercoledì con colpi di artiglieria e armi automatiche all’interno delle aree abitate, continuando fino a giovedì sera.

Attualmente la popolazione è rifugiata nell’ospedale e nella chiesa cattolica della zona, ma la situazione resta molto confusa. La propaganda bellica rende arduo stabilire dove sia la verità più attendibile, tuttavia risulta difficile credere che i miliziani dell’M23 bombardino la popolazione civile che dicono di difendere a Mweso, in gran parte rwandofona.

Le immagini diffuse sui social-media sono tremende, con corpi di bambini orribilmente mutilati, cadaveri di donne e uomini smembrati, case devastate, chiese e scuole distrutte.

Questa ripresa delle ostilità avviene mentre le forze della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SAMI RDC) si preparano, insieme alle FARDC, a lanciare un’offensiva contro l’M23 che, ricordiamo, Kinshasa afferma sia sostenuto dal Rwanda. Da più parti arrivano inviti a cessare le ostilità, anche perché la situazione umanitaria nella regione è notevolmente peggiorata.

Secondo le notizie più recenti di stamattina, venerdì 26 gennaio 2024, i ribelli dell’M23 avrebbero ucciso il colonnello Pascal Kyamboko delle FARDC, affermando che sia lui il responsabile che ha dato l’ordine all’esercito di bombardare Mweso, uccidendo decine di civili:

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