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Ph. Credit: USAID

Etiopia. Usaid sospende la distribuzione degli aiuti umanitari nel Tigray

Abbiamo preso la difficile decisione di sospendere tutta l’assistenza alimentare sostenuta da USAID nella regione del Tigray fino a nuovo avviso“. Così USAID, l’agenzia per lo sviluppo del governo statunitense, in una nota pubblicata ieri.

Samantha Power. Ph. Credit: USAID
Samantha Power. Ph. Credit: USAID

Cosa accade?

E’ la stessa Samantha Power, direttrice dell’organo federale, a specificarlo: “Gli Stati Uniti sono il più grande donatore umanitario in Etiopia […]. Di recente USAID ha scoperto che gli aiuti alimentari, destinati alla popolazione del Tigray, sofferente a causa delle condizioni di carestia, venivano deviati e venduti sul mercato locale.

Ph. Credit: USAID
Ph. Credit: USAID

Immediatamente dopo questa scoperta, USAID ha deferito la questione all’Ufficio dell’Ispettore Generale di USAID, che ha avviato un’indagine. Abbiamo anche avviato un’approfondita revisione dei nostri programmi e, nell’ambito dell’indagine, abbiamo inviato in Etiopia altri dirigenti senior per condurre ulteriori valutazioni.

A seguito di questa revisione, USAID ha stabilito, in coordinamento con l’Ambasciata degli Stati Uniti ad Addis Abeba e i nostri partner esecutivi, che una sospensione temporanea degli aiuti alimentari fosse la migliore linea d’azione“.

Il comunicato stampa del Presidente del governo ad interim del Tigray, Getachew reda
Il comunicato stampa del Presidente del governo ad interim del Tigray, Getachew reda

Parole alle quali ha fatto eco la posizione di Getachew Reda, Presidente del governo ad interim del Tigray: “Nelle ultime settimane sono stato coinvolto da diplomatici, rappresentanti di organizzazioni umanitarie internazionali e, cosa più importante, dai leader e opinion maker della più ampia comunità del Tigray sulla questione della diversione degli aiuti.

Alla luce della gravità del problema e delle crescenti prove sul campo, abbiamo avviato un’indagine ad alto livello per garantire che tutti i colpevoli siano tenuti a rendere conto indipendentemente dal loro background o status.

Vorrei invitare le agenzie umanitarie a continuare i loro aiuti umanitari multisettoriali per salvare le vite dei più vulnerabili nel Tigray“.

Già, al centro del discorso infatti vi sono milioni di persone bisognose degli aiuti umanitari di Usaid e delle agenzie delle Nazioni Unite sul campo. Usaid si è detta pronta a riprendere le attività nel Tigray, qualora le condizioni di sicurezza e garanzia vengano assicurate da parte del governo federale e quello tigrino. Essendo destinataria dei soldi dei contribuenti Usa, l’agenzia sottolinea come la sicurezza che i fondi arrivino ai destinatari è una questione fondamentale.

Anche se la distribuzione degli aiuti viene comunque garantita dalle altre agenzie umanitarie, occorre ricordare che allo stato attuale gli Stati Uniti sono il più grande donatore umanitario in Etiopia; la sospensione degli aiuti da parte dell’agenzia statunitense ha un impatto piuttosto profondo sulla risposta internazionale all’insicurezza alimentare causata da oltre due anni di guerra e dalla siccità che ha colpito il Tigray.

La ricostruzione e la risposta all’emergenza alimentare.

Nel contempo il governo ad interim del Tigray prosegue la sessione di incontri con i partner internazionali per rispondere all’emergenza alimentare e per garantire la ricostruzione della regione, martoriata dalla guerra che ha distrutto gran parte delle infrastrutture principali.

Getachew Reda
Il Presidente ad interim del Tigray, Getachew reda, presiede alla riunione con i partner internazionali, tenutasi oggi a Mekelle.

Nelle ultime settimane Getachew Reda ha costruito un vasto programma di partenariato, coinvolgendo diplomatici, rappresentanti di organizzazioni umanitarie internazionali, leader politici e opinion maker.

In Tigray, la priorità della risposta umanitaria è il potenziamento dell’assistenza, la ripresa dei servizi educativi e sanitari e il sostegno al settore agricolo e il ritorno degli sfollati interni (IDP) – come riporta UNOCHA.  “Occorre ricercare e individuare delle soluzioni durevoli principalmente a sostegno della riabilitazione delle infrastrutture sociali, in linea con le priorità dell’Amministrazione Provvisoria Regionale“.

Grande preoccupazione è rivolta verso il ritorno presso le zone di provenienza degli sfollati interni. Una situazione che in alcune zone va intrecciandosi con la crisi interna al vicino Sudan, aggravando l’incertezza e moltiplicando le difficoltà delle agenzie sul campo.

 

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