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Etiopia, il governo minaccia l’Irlanda di tagliare i legami per presunto "attacco contro la sua sovranità, integrità territoriale"

Etiopia. La distruzione delle strutture sanitarie nel Tigray

Secondo il Comitato della Croce Rossa Internazionale, nuovi filmati proverebbero che la distruzione delle strutture sanitarie nella regione è grave e diffusa.

Etiopia, il governo minaccia l’Irlanda di tagliare i legami per presunto "attacco contro la sua sovranità, integrità territoriale"

Le strutture sanitarie nel Tigray. Dopo due anni di conflitto nella regione, i bisogni di assistenza umanitaria rimangono urgenti e indispensabili. A rimetterci per prime (dopo i civili), nella furia degli scontri che hanno sconvolto i grandi centri e le aree rurali, sono state le strutture sanitarie e i servizi pubblici.

La ripresa appare molto più difficile di quanto si pensi; le strutture infatti molto spesso sono state danneggiate dai bombardamenti o semplicemente saccheggiate e la mancanza di medicine e macchinari (distrutti o portati altrove) rimane la criticità più grande.

Anche se il miglioramento delle condizioni sul campo ha permesso al Comitato internazionale della Croce Rossa di raggiungere aree precedentemente impossibili da raggiungere, in molti casi nelle aree rurali i servizi sanitari sono pressoché inesistenti.

“Stiamo dando tutto quello che abbiamo nel cuore. Ma non è abbastanza, perché vedere i pazienti arrivare in ospedale per essere curati, morire nelle nostre mani è molto doloroso”, afferma il dott. Erdey Asefa, amministratore delegato dello Yechilla Primary Hospital (a sud est di Mekelle).

Ethiopia: New footage from Tigray shows widespread destruction of health facilities

L’impatto sulla popolazione, fiaccata da due anni di guerra e privazioni di ogni tipo, è devastante. Per ora non si ha un dato, ma tutte le agenzie internazionali hanno ammesso che centinaia se non migliaia di persone, bisognose di cure mediche o di medicinali salvavita, sono decedute a causa della mancanza cronica di medicine all’interno della regione.

La mancanza di assistenza sanitaria ha aggravato la condizione degli ammalati, andando a pesare oggi, sulle strutture sanitarie funzionanti, aumentando la pressione sui presidi e quella psicologica sulle famiglie, impossibilitate a trovare una soluzione per i propri familiari.

Abbiamo più volte sottolineato come durante questi due anni, le ambulanze siano state prese di mira in modo particolare. Rubate o saccheggiate degli allestimenti, a volte semplicemente smontate per accaparrarsi dei pezzi di ricambio, i veicoli destinati al trasporto degli ammalati in servizio presso le strutture sanitarie della regione sono risultate essere mezzi piuttosto appetibili dalle parti in causa.

Senza di esse rimane oggi difficile raggiungere i pazienti affetti da malattie straordinarie che necessitano di aiuto o i malati cronici bisognosi di cure. In molti casi, sono morti nelle loro abitazioni, con la famiglia come unico loro conforto.

La Società Etiope della Croce Rossa (ERCS), uno dei principali fornitori di servizi di ambulanza nella regione, deve ancora riprendere completamente i servizi in tutto il Tigray a causa della mancanza di forniture logistiche. La società gestiva oltre 250 ambulanze nel Tigray prima dell’inizio del conflitto, oggi ne rimangono solo 82 e molte non sono operative a casa dei saccheggi o perché danneggiate.

Oggi le condizioni di sicurezza nella regione, paiono essere migliorate, ma per lungo tempo, la mancanza di sicurezza è stato uno die fattori centrali nella mancanza di erogazione dei servizi sanitari di base.

Le strutture sanitarie e il personale sanitario avrebbero dovuto essere protetti da tutte le parti durante il conflitto, in conformità con il diritto internazionale umanitario, anche in mezzo ai pesanti combattimenti che hanno coinvolto i grandi centri abitati.

Purtroppo così non è stato, come molto spesso abbiamo riportato e come oggi, nelle conseguenze, è piuttosto evidente.

Di fronte a queste enormi esigenze sanitarie, l’ICRC ha intensificato il proprio sostegno nella regione e nel resto del paese, fornendo assistenza medica urgente e aiutando a ripristinare il sistema sanitario nel Tigray, oltre a rispondere alle crescenti esigenze umanitarie in altre parti del il paese, nei parametri di una situazione umanitaria in rapida evoluzione nelle altre regioni, Oromia, Afar, Amhara e Somali, dove la situazione non sembra essere affatto migliore.

Il CICR afferma di aver sostenuto 94 strutture sanitarie in Etiopia nel solo 2022, di cui 29 nel Tigray. I team del comitato hanno offerto servizi di consulenza a più di 400.000 pazienti, offrendo assistenza medica a 59.800 persone durante il conflitto che ha interessato le regione sopra menzionate e dando servizi.

 

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