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Rd Congo: la messa in rito zairese di Papa Francesco

Alla messa celebrata da Papa Francesco nella grande distesa dell’aeroporto di Ndolo, a Kinshasa, ha partecipato oltre un milione di fedeli, forse addirittura due, più 1000 sacerdoti, 9000 volontari, 2500 medici e infermieri, 22 unità mediche mobili, 300 testate giornalistiche locali e 200 internazionali, di cui 80 al seguito del Papa, 7500 agenti di polizia, di cui 500 sul sito:

La liturgia ha seguito il rito “zairese”, come il Pontefice aveva già fatto due volte a Roma. Secondo Padre Michel Libambu, officiale del Dicastero per il Culto Divino, intervistato da “Vatican News”, questo rito segue il “Messale Romano”, ma ha alcune peculiarità, come ad esempio l’invocazione degli antenati all’inizio, la presenza di musica dal vivo e danze intorno all’altare, la riunione dell’intera assemblea durante la proclamazione del Vangelo, la presenza degli “nkumu”, ossia dei ministri del rito che sono anche simboli di saggezza, ovvero gli anziani del popolo attorno al sacerdote.

Ecco un filmato girato sul posto da Antonella Napoli, direttrice di “Focus on Africa”:

Presentando le origini e le particolarità del rito zairese, Padre Libambu ha specificato che “Nella filosofia bantu, […] l’africano considera la vita come un dono di Dio, che ha posto in tutti il dono della forza vitale (in teologia si parlerebbe di ‘grazia’) per vivere e promuovere la vita comunitaria. In questo senso la Chiesa è una famiglia. La Messa è la celebrazione del dono della vita che Dio ci ha fatto, specialmente durante il canto del Gloria”.

Tanti fedeli hanno dormito per due notti di fila per terra nei pressi dell’aerostazione, altri lungo le rive del fiume, così da guadagnarsi i primi posti dietro le transenne e magari a riuscire a salutare da vicino il Papa. Una marea umana venuta da Kinshasa, ma anche da Brazzaville, al di là dell’immenso fiume Congo, e da altre città o Paesi vicini.

Fin dalle prime ore del mattino, un gran numero di uomini, donne, bambini, anziani, sacerdoti, suore hanno progressivamente invaso la grande spianata aeroportuale, tutti per ringraziare Francesco per la sua presenza, nella speranza che possa cambiare qualcosa, specie nelle province orientali congolesi, dove da decenni imperversa un conflitto che non accenna a placarsi.

Per permettere di partecipare all’evento, le autorità governative hanno dichiarato la giornata di oggi festa nazionale, per cui le scuole e le aziende sono rimaste chiuse. La distesa umana è stata variopinta e gioiosa, in cui tantissimi hanno indossato abiti tradizionali cuciti con stampe tribali, foto del Papa e frasi del Vangelo.

All’arrivo del Papa, intorno alle 9:00, l’entusiasmo è ulteriormente cresciuto e durante la cerimonia anche la coppia presidenziale, seduta nel palco d’onore, ha accennato a dei passi di danza.

Sul piano linguistico, il rito è stato pronunciato in francese, ma l’omelia del Papa è stata in italiano (con traduzione in francese e in lingua dei segni), ma alcune formule liturgiche e alcuni canti, nonché le benedizioni e i saluti sono stati pronunciati anche nei quattro idiomi nazionali congolesi: lingala, tshiluba, kikongo e swahili:

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