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Rd Congo: il discorso di benvenuto del presidente Tshisekedi a Papa Francesco

Nel primo pomeriggio di martedì 31 gennaio, dopo il viaggio aereo che lo ha condotto da Roma a Kinshasa, il Papa è stato accolto nella Repubblica Democratica del Congo dapprima all’aeroporto internazionale della capitale, poi presso il Palais de la Nation, alla presenza del presidente Félix Tshisekedi, il cui filmato integrale è su YouTube.

Qui il Capo di Stato congolese ha tenuto un discorso di oltre 15 minuti nei giardini del palazzo, in cui ha espresso la sua gioia e quella del popolo congolese per la visita apostolica del Santo Padre, sul tema “Tutti riconciliati in Cristo”.

Il discorso di Tshisekedi si è dipanato secondo tre “sfide”: la sicurezza e la pace, lo sviluppo economico e la protezione dell’ambiente. Dopo aver brevemente presentato questo vasto Paese dell’Africa centrale, in cui vivono oltre 450 etnie diverse, amministrate in 26 province, il presidente ha ricordato che la RDCongo, sebbene sia uno Stato laico, resta “legata a convinzioni religiose” che “strutturano l’azione collettiva” dei congolesi, nonché “la vitalità della loro fede”.

Il resto del discorso è stato tra il diplomatico e il politico, cioè tra il benvenuto e l’elettorale, considerando che per il dicembre 2023 sono previste le prossime elezioni presidenziali.

Il primo punto, quello sulla “sicurezza”, è stato il più deciso, per certi versi marziale, indirizzato soprattutto ai gruppi armati ribelli delle province orientali, ma implicitamente anche ai Paesi confinanti, in particolare il Rwanda: “Siamo un Paese tradizionalmente accogliente, ma sfortunatamente negli ultimi anni questa nostra bella caratteristica è venuta meno o è stata limitata a causa di gruppi terroristici arrivati, essenzialmente, da Paesi confinanti. Questa disgrazia dura ormai da circa 30 anni e ha causato almeno 10 milioni di vittime, tra cui donne incinte, giovani, anziani, famiglie intere, oltre a milioni di persone sfollate dalle proprie abitazioni e dai propri territori. Questa situazione di ingiustizia prospera anche a causa del silenzio e dell’indifferenza internazionale”.

Tshisekedi ha ribadito che la RDCongo difende e difenderà l’integrità del suo territorio, “grazie alla determinazione del popolo”. A questo proposito, il presidente si è rallegro della volontà del Pontefice di ricevere una delegazione di sopravvissuti agli eccidi compiuti nell’est del Paese: “Sono certo che resterete colpito dalla resilienza di queste persone, che oggi più che mai definisce e caratterizza l’intero popolo congolese”. Anzi, ha aggiunto, la presenza di Papa Bergoglio sul suolo congolese “porterà loro conforto”.

Il secondo impegno della RDC, ha proseguito Tshisekedi, riguarda lo “sviluppo economico”: “Io e il governo siamo ispirati ai principi di condivisione, di equità e di responsabilità, che sono convinto servono da base alla costruzione di una società più giusta e più umana”. In effetti, nel suo sottosuolo la RDC ha un potenziale enorme e questo, ha spiegato il presidente, permetterà una transizione ecologica e una protezione ambientale a livello mondiale, ma ad una condizione, ossia che ci sia una redistribuzione delle responsabilità e delle opportunità.

In altre parole – ed è il passaggio alla terza sfida sulla “protezione della natura” – la RDC è consapevole di avere territorio estremamente ricco sul piano minerario, ma anche forestale, infatti dispone della seconda più estesa foresta tropicale del mondo, una grande riserva di biodiversità che ha una forte capacità di assorbimento di Co2: “è per questo che, per proteggere le nostre foreste, abbiamo sempre militato per una giustizia climatica, in modo che i più grandi inquinatori, che sono alla base della distruzione dell’ambiente, versino delle compensazioni verso i ‘guardiani del pianeta’, che siamo noi; queste compensazioni ci permetterebbero di investire in strutture innovative nel campo delle energie rinnovabili e della gestione dei rifiuti”.

Tshisekedi ha sottolineato come questa direzione sia obbligata, dopo la recessione dovuta alla crisi sanitaria del Covid-19 e alla guerra in Ucraina, per cui la RDC può essere considerato come “Paese-soluzione” per la crisi climatica globale. Si tratta di una posizione che il presidente congolese ha motivato anche sul piano etico e teologico, citando l’enciclica “Laudato Si’”, emessa da Papa Francesco nel 2015.

Infine, Tshisekedi ha ringraziato la Chiesa Cattolica per l’impegno nei settori dell’educazione e della salute, in particolare verso i bambini e i poveri, per cui ha definito la visita pastorale del Papa come un importante contributo al benessere della popolazione congolese, la quale “accoglierà il vostro messaggio di pace, di speranza, di conforto, di affermazione e di fraternità”. In questa atmosfera di cordialità, il presidente ha poi dato ufficialmente il benvenuto al Pontefice pronunciandolo nelle altre quattro lingue nazionali del Paese, oltre al francese: “Boyeyi bolamu” (lingala), “Difika dilenga” (tshiluba), “Kwisa Ya Mbote” (kikongo), “Karibu Kwetu” (swahili).

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