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Senegal, otto morti la scorsa settimana ma le proteste proseguono 

La scintilla che rischia di dare fuoco al Senegal è stata, il 3 marzo, l’arresto di Ousmane Sonko, figura di spicco dell’opposizione, che deve rispondere dell’imputazione gravissima di “incitamento all’insurrezione”.

Nelle proteste seguite al suo arresto, segnate da scontri e saccheggi di beni pubblici e privati appartenenti a persone considerate vicine al governo, sono morte almeno otto persone e, secondo la Croce rossa senegalese, altre 235 sono rimaste ferite. Accanto alle forze di sicurezza si sono visti uomini in borghese armati di bastoni, coltelli e pistole scagliarsi contro i manifestanti.

Gli arresti sono stati almeno 100, tra i quali quelli di sei attivisti del gruppo “Yen’a Marre” e del noto rapper Cheikh Oumar Touré “Thiat”.

Il Movimento per la difesa della democrazia (M2D), una coalizione di partiti e di gruppi di attivisti di opposizione, ha annunciato tre giorni di proteste a partire a oggi.

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