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Nigeria, come si vive e quali prospettive oggi nel più popoloso paese d’Africa

Una nazione ricca di culture e diversità, ma afflitta da problemi che ostacolano costantemente il suo progresso. Un paese senza ordine e con condizioni di vita sotto lo zero, dove vivere per strada è la normalità, dove di notte le strade non sono illuminate e un attimo calcolato male può costarti la vita, tanto la delinquenza è dilagante. L’instabilità politica, la corruzione sistemica, la lotta estenuante che le famiglie affrontano per arrivare a fine mese, fanno di questo gigante d’Africa un paese in cui vivere è una sfida quotidiana.

Il panorama politico in Nigeria è caratterizzato da instabilità e da una radicata corruzione che ha esacerbato ancora di più le difficoltà che i cittadini affrontano ogni giorno. L’instabilità politica, segnata da frequenti cambi nella leadership e nel governo, mina gli sforzi atti ad affrontare questioni urgenti e ad attuare soluzioni sostenibili per un cambio di passo. La corruzione profondamente strisciante in vari settori della società erode continuamente la fiducia nelle istituzioni e ostacola lo sviluppo economico e il progresso sociale. Secondo Matthew Uyi, la Nigeria è diventata indipendente ancor prima di aver acquisito le capacità necessarie per avere l’indipendenza economica e questo ha avuto conseguenze negative sul paese.

Matthew Uyi è un brillante artista che lavora in uno studio di Artee progettazione in Nigeria e che mi ha testimoniato le difficoltà che è costretto ad affrontare ogni giorno un giovane professionista come lui.

Per una famiglia media la routine quotidiana è una sfida difficile. Con un salario minimo che a mala pena provvede a coprire i bisogni primari, le famiglie fanno fatica a mettere il cibo a tavola, ad avere accesso alle cure mediche e ad affrontare la spesa per l’educazione dei figli. Una nazione in cui le bollette per l’energia elettrica ammontano mediamente a 70$ al mese, le spese per i trasporti arrivano a 200$, le spese per l’alloggio fino a 2000$, le spese per il cibo anche fino a 400$, il salario minimo è di circa 30$ al mese. La dilagante povertà e le prove affrontate quotidianamente dalle famiglie costringono a fare scelte difficili addirittura tra ciò che è necessario, il superfluo non è neanche contemplato. In queste condizioni così dure, il tasso di nascita è comunque altissimo, le famiglie medie hanno dai 3 ai 5 figli, mentre alcune arrivano a 10 figli, adducendo come motivo che se uno dei figli dovesse morire per le difficili condizioni di vita, avrebbero comunque garantita una successione. Succede anche che i figli vengano messi al mondo per usarli come forza lavoro, per mendicare o per vendere acqua o frutta per la strada, a volte anche prima di mandarli a scuola, la mattina.

La vita dei Nigeriani è per la maggior parte di sopravvivenza, e questo spinge i giovani verso ogni tipo di attività illecite e a perpetuare un ciclo di crimine e povertà. Quando non si riesce ad andare avanti,pure i sogni sono negati, persino l’idea di sposarsi in giovane età può diventare un’opzione da non considerare, infatti ormai per si sceglie di sposarsi tardi per non gravare sulle già precarie possibilità di sussistenza. Per le ragazze, poi, è ancora peggio. Molte si sono arrese all’idea di dover trovare un buon partito per andare avanti, per cui, secondo Matthew, a volte una relazione può rappresentare una sorta di business per le ragazze, tanto non c’è spazio per una crescita personale.

In Nigeria i giovani rappresentano una grossa fetta della popolazione, ma affrontano sfide quotidiane così ardue, da essere spintispesso direttamente tra le braccia del crimine e della delinquenza. La situazione è davvero critica: l’accesso limitato a un’istruzione di qualità, l’alto tasso di disoccupazione e le inadeguate opportunità per lo sviluppo delle abilità contribuiscono ad un enorme senso di disillusione.

Naturalmente, con tutti i problemi che affliggono il paese, quello dell’istruzione è un punto neanche preso in considerazione dalle istituzioni al governo. Il sistema educativo è fortemente mancante dal punto di vista dei servizi e di insegnanti competenti.  “Fondamentalmente, noi paghiamo le nostre rette per poi finire a farci lezione da soli, a causa di un sistema scolastico non controllato – dice Matthew- Spesso gli insegnanti non si presentano neanche in classe o, quando lo fanno, non insegnano con metodi aggiornati. Gli studentisono costretti a studiare da soli, attraverso ricerche personali, e sostengono esami per classi che non hanno mai seguito. Le scuole leggermente più competenti costano cifre esorbitanti, che una personanormale non può permettersi neanche in sogno. Ma insomma, noi abbiamo il potere di sognare, ma allo stesso tempo dobbiamo controllare i nostri sogni?! Come se tutto questo non bastasse, una volta laureati dobbiamo fare i conti con una cronica mancanza di lavoro. L’85% dei laureati è senza lavoro e quelli che lavorano sono impiegati in lavori che non hanno niente a che fare con i loro studi. Immaginate un laureato in Medicina e chirurgia che lavora per Uber o un laureato in Economia e finanza che si arrangia a fare il sarto non per scelta, ma per campare. La gioventù non sogna più di realizzare qualcosa dopo la scuola o di trovare un lavoro, si accontentano di una vita di sussistenza, con ogni mezzo, anche attraverso frodi e prostituzione. Le condizioni di vita sono dure e ci dobbiamo accontentare di accettare la vita giorno per giorno. Le masse si sono arrese al fallimento dello stato.

La capacità dei Nigeriani di adattarsi continuamente ad uno standard di vita sempre più basso è vera e reale. “Abbiamo imparato a sopravvivere ovunque e in qualsiasi condizione, queste continue difficoltà ci hanno dato una sorta di superpotere, però messo nel luogo sbagliato, ci ha allenato per il mondo che ci circonda, ma ora avremmo bisogno di una rampa di lancio per mostrare al mondo cosa sappiamo fare. Le nostre grandi capacità di adattamento, anche ad un clima non facile, le complicate condizioni in cui lavoriamo, la nostra flessibilità mentale, il nostro pensiero innovativo ci rendono competitivi in un mondo veloce che richiede adattabilità. Nonostante le migliaia di difficoltà, molti Nigeriani ritengono che il paese possa superare gli ostacoli e raggiungere la tanto agognata prosperità. Secondo me, le possibilità ci sarebbero, ma non a breve termine, nemmeno tra 50 anni. Il fascino di condizioni di vita più allettanti all’estero, insieme alla costante frustrazione in casa, porta molti a contemplare la migrazione come un modo per sfuggire alla durezza delle sistemiche sfide che bisogna affrontare, un mezzo per ambire ad un futuro migliore per séstessi e per le proprie famiglie. Se avessi l’opportunità, io stesso lascerei il mio paese per inseguire opportunità migliori altrove.

Quello che Matteo Garrone ci ha rappresentato nel suo magnifico “Io capitano” è riscontrabile anche in Nigeria, un paese dalle enormi possibilità, ma dai sogni negati, in cui l’idea di poter ambire ad un futuro brillante attira moltissimi giovani a fare di tutto pur di andare via.

Di seguito alcune opere di Matthew Uyi, che ha collaborato all’articolo

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