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RDCongo, strage in una chiesa locale nel Nord Kivu

Con alcuni giorni di ritardo, ieri si è saputo che domenica scorsa, 28 gennaio 2024, i ribelli dell’ADF (Forze Democratiche Alleate), affiliati al gruppo Stato Islamico (IS), hanno attaccato una chiesa branhamista di Baeti, vicino alla città di Oicha, nel territorio di Beni, nella provincia del Nord Kivu, al confine con l’Ituri, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Nell’assalto sono state uccise otto persone, nel pieno della cerimonia domenicale. In realtà, il bilancio è ancora provvisorio, perché “molte altre persone risultano scomparse“, ha riferito Nicolas Kikuku, sindaco del comune di Oicha:

I cadaveri sono stati raccolti nell’obitorio” dell’ospedale di Oicha, fino alla loro inumazione, avvenuta martedì 30 gennaio.

Sia nell’Ituri che nel Nord Kivu è in vigore da tre anni lo stato d’emergenza e d’assedio, per cui le autorità civili sono state sostituite da un’amministrazione militare che ha lo scopo di combattere i tanti gruppi armati presenti nella regione.

In particolare, le ADF, originariamente costituite principalmente da ribelli musulmani ugandesi, si sono stabilite dalla metà degli anni ’90 nella parte orientale della RDC, dove hanno ucciso migliaia di civili. Nel 2019 hanno giurato fedeltà all’Isis, che li presenta come la sua “provincia dell’Africa centrale” (Iscap in inglese: Islamic State – Central Africa Province).

Dopo un decennio di calma, dalla fine del 2017 è ripreso il conflitto nell’Ituri tra le comunità Hema e Lendu, che ha causato la morte di migliaia di civili e la fuga di oltre un milione e mezzo di persone. Alla fine del 2021, dopo gli attacchi loro attribuiti sul suolo ugandese, Kampala e Kinshasa hanno lanciato un’operazione militare congiunta contro le ADF, chiamata “Shujaa”, ma i ribelli continuano le loro incursioni e i loro massacri, l’ultimo dei quali – prima di questo di Oicha – c’è stato il 23 gennaio, quando in un attentato rivendicato dall’Iscap sono stati uccisi alcuni civili (e tre ribelli “neutralizzati” dall’esercito regolare):

Il culto branhamista, meglio noto come Kimbanguismo (o Chiesa di Gesù Cristo sulla terra secondo il profeta Simon Kimbangu: E.J.C.S.K.), è una Chiesa cristiana nata in Congo, dove fu fondata dal profeta Simon Kimbangu nella prima metà del Novecento. Il fondatore ebbe delle visioni negli anni Venti, quando il Congo era ancora una colonia belga, con cui annunciò la liberazione degli uomini di colore dalla dominazione bianca. Quelle dichiarazioni non piacquero all’amministrazione coloniale che provvide ad arrestarlo, condannandolo all’ergastolo. Morì trent’anni dopo in prigione, ma intanto il suo mito crebbe fino a trasformarsi in un nuovo culto, formalmente organizzato il 24 dicembre 1951 e, nel 1959, ufficialmente riconosciuto dalle autorità congolesi.

Attualmente, il kimbanguismo ha 17 milioni di fedeli ed è uno dei più importanti fra i 6000 movimenti afrocristiani.

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