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Fonte: https://www.naijanews.com/world-news/2024/01/ousmane-sonko-names-bassirou-diomaye-faye-as-stand-in-for-senegals-presidential-race/

Senegal al voto, Ousmane Sonko: ‘Il progetto è nelle sue mani. Bassirou sono io”

di Valentina Geraci e Youssouf Diop

Nel panorama politico senegalese, molto caldo nel corso dell’ultimo anno e mezzo, assistiamo a una ventata d’aria fresca per il tanto appoggiato partito Pastef, ormai sciolto. Nonostante ripetuti ostacoli posti lungo la corsa alle Presidenziali di Ousmane Sonko, principale oppositore all’attuale Presidente Macky Sall, e malgrado la sua esclusione ufficiale dalle presidenziali del 25 febbraio, i suoi sostenitori mantengono saldo il loro ottimismo.

Il Consiglio costituzionale del Senegal ha recentemente ufficializzato la lista definitiva con ben 20 candidati. Fra questi un nuovo protagonista sembra essere la nota positiva per buona parte dei cittadini senegalesi. Recentemente emerso sulla scena politica, Bassirou Diomaye Faye diventa portavoce delle istanze e delle aspirazioni di Sonko, contribuendo ad alimentare l’attuale fervore politico nel Paese.

Tra i candidati anche Khalifa Sall, leader di Taxawou Senegal e membro della coalizione mista con Sonko alle ultime elezioni municipali e legislative; Amadou Ba, il candidato sostenuto ufficialmente dalla coalizione Benno bokk yaakaar del Presidente Macky Sall e attuale primo ministro; Aly Ngouille Ndiaye, ex Ministro degli Interni; Boun Abdallah Dione, ex Primo Ministro; Mamadou Diao, ex Direttore dei Patrimoni; Habib Sy, Capo gabinetto con il Presidente Wade; Cheikh Tidiane Dieye e Dethié Fall, entrambi sostenitori del pensiero di Sonko. In corsa alle elezioni solo due donne: Anta Babacar Ngom, figlia di un potente uomo d’affari, direttore del pollame Sedima e promotore di KFC in Senegal e Rose Wardini, ginecologa e sorella minore di Soham Wardini, ex sindaco di Dakar.

Karim Wade, figlio dell’ex Presidente del Senegal Abdoulaye Wade, è stato escluso alla fine del processo elettorale in quanto la Costituzione del Paese non ammette la candidatura di chi possiede la doppia cittadinanza. Karim, cittadino francese e senegalese, ha revocato la sua cittadinanza francese. Tuttavia, in risposta all’appello del candidato Thierno Alassane Sall, il Consiglio Costituzionale ha stabilito che la revoca è avvenuta dopo la presentazione della candidatura, mantenendo così la sua qualifica di cittadino francese al momento della candidatura e rendendolo ineleggibile. A tal proposito, oggi 1 febbraio, il partito di Karim Wade ha chiesto una Commissione per l’apertura di un’inchiesta parlamentare.

Se da un lato c’è chi chiede ancora di rimandare le elezioni, chi sospetta che qualcuno abbia corrotto due dei giudici per far scartare Wade e chi dal Senegal crede che “tante accuse siano ampiamente sostenute dal Macky Sall, consapevole che il suo candidato Amadou Ba non si trovi in una posizione del tutto favorevole”, dall’altro lato il sostegno pubblico di Sonko a Faye è stato annunciato a gran voce attraverso un video pre-registrato e diffuso solo la scorsa domenica.

Sonko ha confermato definitivamente la sua non candidatura alle elezioni presidenziali e ha chiesto il rilascio di Faye, anch’egli detenuto. A 43 anni, l’ispettore delle imposte è sotto processo dopo aver criticato un magistrato in un caso di diffamazione ma, tenendo conto del suo profilo e del suo background identitario e professionale, sembra essere oggi il nome perfetto.

Faye incarna un progetto definito “sovranista, riformatore, patriottico e panafricanista per un nuovo Senegale spesso presentato come ideologia in cui le risorse naturali, la lotta alla corruzione e il ruolo delle istituzioni diventano temi cardine.

Per i patrioti senegalesi è chiaro: “Sonko Moy Diomaye, Diomaye Moy Sonko” vale a dire “Sonko è Diomaye, Diomaye è Sonko” ( in wolof- lingua ufficiale del Senegal). A dirlo lo stesso Sonko: ‘Il progetto è nelle sue mani. Bassirou, sono io‘” e a questa recente testimonianza si lega alla nuova visione del Senegal tanto richiamata da attivisti, giovani e molti senegalesi della diaspora

Del resto, sono proprio i senegalesi all’estero ad aver giocato un ruolo chiave nella raccolta fondi per la campagna presidenziale a favore di Pastef. Secondo PressAfrik, al 14 gennaio 2024, dalla Francia alla Corea del Nord passando per il Mali, i senegalesi all’estero sono riusciti a raccogliere 478 milioni di CFA. La diaspora sembra essere rimasta il principale finanziatore del partito. Solo in Italia, i senegalesi hanno raccolto ben 100.000.000 CFA a metà gennaio, con un netto aumento dovuto alle recenti raccolte della comunità senegalese in alcune città al nord del Paese.

Con la campagna elettorale che inizia il 4 febbraio e durerà 21 giorni, l’attenzione sembra adesso concentrarsi su Bassirou Diomaye Faye e sul partito di governo. Tanti della diaspora, con il loro sostegno finanziario e politico significativo, continuano a credere in un cambiamento e nel trionfo di un nuovo progetto per il Senegal.

La pagina politica che si sta aprendo cattura l’interesse globale, ponendo l’attenzione su un’inaspettata evoluzione delle elezioni presidenziali del 2024, un anno che richiama al voto diversi Paesi africani.

In un momento storico in cui i riflettori sono sempre più puntati su questo Paese e su tutta l’area, resta solo da vedere come si svilupperà questo capitolo elettorale.

 

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