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RDCongo: assassinato Chérubin Okende, ex ministro dei Trasporti e oppositore del Presidente

La violenza politica ha fatto irruzione nella campagna elettorale della Repubblica Democratica del Congo per le presidenziali previste per il prossimo dicembre: giovedì 13 luglio, a Kinshasa, è stato trovato morto Chérubin Okende, dell’entourage di Moïse Katumbi, avversario del presidente Félix Tshisekedi.

Secondo fonti politiche e ufficiali, il corpo di Okende è stato scoperto, crivellato di proiettili, nella sua auto in uno dei principali viali della capitale, dopo che la famiglia ne aveva denunciato la sparizione il giorno prima: mercoledì, infatti, Okende si era recato nella sede della Corte costituzionale, ma poi non si erano più avute sue notizie.

Chérubin Okende aveva 61 anni ed era deputato del Parlamento congolese, ma era stato anche ministro dei Trasporti fino al dicembre 2022, quando aveva firmato le dimissioni per sostenere la candidatura dell’oppositore Moïse Katumbi. L’attuale ministro delle Comunicazioni e portavoce del governo Patrick Muyaya ha twittato che “il governo ha appreso con orrore dell’assassinio” e sostiene “un’indagine approfondita al fine di far luce su questo atto inaccettabile”.

Con l’avvicinarsi delle elezioni previste a fine anno, il clima politico è sempre più teso e vede affrontarsi almeno una dozzina di candidati, tra cui Tshisekedi per un secondo mandato e, appunto, Katumbi, il quale ha già più volte affermato che le autorità elettorali sono al soldo del potere e stanno preparando brogli elettorali.

Ieri, venerdì 14 luglio, la giustizia ha affermato di aver arrestato un uomo accusato dell’omicidio. Il sospetto è stato fermato nel luogo in cui è stato ritrovato il veicolo con il corpo di Okende: si tratterebbe della guardia del corpo del politico. La polizia, inoltre, ha descritto la scena del crimine: il motore della Jeep di Okende era acceso, l’aria condizionata funzionava, la cintura di sicurezza era allacciata e la sua camicia bianca era macchiata di sangue. Accanto al cadavere c’era una pistola da 9 mm, che sarebbe appunto della guardia del corpo fermata.

Dichiarandosi innocente, l’uomo arrestato ha rilasciato delle dichiarazioni a Dieudonné Bolengetenge, segretario generale del partito “Ensemble pour la République”, di cui faceva parte Chérubin Okende, la guardia del corpo era andato a depositare dei documenti presso la Corte Costituzionale per conto dell’ex ministro e, quando è rientrato dopo una decina di minuti, Okende non era più in auto: “è al tribunale che è stato sequestrato, per cui se davanti alla Corte Costituzionale c’è insicurezza, dove ti sentirai al sicuro in questo Paese?”.

Naturalmente, le indagini proseguono, ma intanto lo sconcerto per l’assassinio di Okende ha toccato tutti in RDC. Il deputato François Nzekuye ha detto che “Assassinare un deputato è assassinare la democrazia”, aggiungendo l’auspicio “che il popolo congolese si renda conto oggi che siamo di fronte a una dittatura”.

Reazioni sono arrivate anche dalla società civile, come ad esempio il dott. Denis Mukwege, premio Nobel per la Pace 2018, che ha invitato “tutte le forze vive della nostra Nazione: movimenti cittadini, associazioni, organizzazioni professionali, confessioni religiose e partiti politici a una consultazione urgente per dare una risposta comune forte, adeguata e duratura a queste gravi violazioni dei diritti umani; e per difendere la democrazia e la pace nel nostro Paese”.

E, infine, anche l’ambasciata statunitense a Kinshasa ha fatto sapere che “gli USA condannano il brutale assassinio [ed esortano] le autorità congolesi a procedere rapidamente con le indagini promesse su questo atto atroce”.

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