vai al contenuto principale

Egitto, arrestato padre malato di un attivista: appello di 51 ong per chiederne la liberazione

Un vero e proprio atto di ritorsione contro  l’attivista Salah Soltan.
E’ quello compiuto dalle autorità egiziane arrestando il padre malato  dell’importante difensore dei diritti umani rifugiato negli Stati Uniti.
Con un comunicato diffuso ieri 51 organizzazioni per i diritti umani hanno chiesto l’immediato rilascio dell’uomo detenuto arbitrariamente.
“Le autorità dovrebbero garantire il suo accesso immediato e urgente all’assistenza sanitaria salvavita e condurre indagini efficaci e trasparenti sulle segnalazioni secondo cui è stato torturato e altrimenti maltrattato” si legge nella nota.

Soltan, 63 anni, ha fatto sapere in una lettera trapelata il 20 marzo 2023 che le autorità della prigione di Badr 1, a est del Cairo, lo hanno privato di un’assistenza sanitaria adeguata anche se soffre di malattie cardiache ed epatiche potenzialmente letali tra le altre complesse condizioni mediche. La negazione deliberata dell’assistenza sanitaria può equivalere a tortura. I medici indipendenti hanno detto in lettere rivolte all’amministrazione Biden, che la famiglia ha condiviso con i gruppi per i diritti, che temono che Soltan sia “aggiorizzato di morte improvvisa” un decennio dopo il suo arresto arbitrario iniziale e la successiva condanna ingiusta per accuse politicizzate.

“In cima a guidarlo in un processo ingiusto, le autorità egiziane stanno deliberatamente abusando dei diritti di Salah Soltan non riuscendo a fornirgli assistenza sanitaria”, ha detto Adam Coogle, vice direttore del Medio Oriente e del Nord Africa di Human Rights Watch. “Le autorità dovrebbero almeno trasferirlo in una struttura medica qualificata dove gli operatori sanitari indipendenti possono trattarlo senza ostacoli”.

Prima di trasferirsi negli Stati Uniti, Soltan era professore di diritto islamico all’Università del Cairo. In seguito ha fondato e servito come presidente della Islamic American University di Dearborn, Michigan, dal 1999 al 2004. Come residente permanente legale negli Stati Uniti, Soltan ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti per oltre un decennio prima del suo arresto in Egitto nel settembre 2013 per essersi opposto alla cacciata da parte dei militari del presidente eletto Mohamed Morsi. Un tribunale ha condannato Soltan all’ergastolo nel settembre 2017 in un processo di massa segnato da un ampio giusto processo e violazioni di un processo equo. Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha stabilito nel 2018 che il suo arresto era arbitrario, poiché le autorità non sono riuscite a fornire prove credibili di illeciti e che la sua accusa violava il diritto alla partecipazione politica e alle libertà di riunione e di espressione pacifica

Torna su