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Tanzania, Commissione elettorale conferma la vittoria del presidente Magufuli

Dopo elezioni connotate da violenze arresti di oppositori e accuse di brogli, la Commissione elettorale della Tanzania ha confermato che il presidente John Magufuli ha vinto un secondo mandato quinquennale ottenendo più di 12,5 milioni dei 14 milioni di voti validi. L’annuncio, ampiamente previsto per l’esito, è arrivato nella tarda serata di ieri innescando un appello a proteste pacifiche e a una ripetizione del voto da parte dell’opposizione che ha inoltre chiesto alla comunità internazionale di rifiutare il risultato delle elezioni svoltesi mercoledì. La credibilità della tornata, secondo osservatori elettorali tanzaniani e stranieri, sarebbe stata minata da censure, diffusi brogli e irregolarità, riferisce il New York Times ricordando che dopo l’annuncio della Commissione non c’é la possibilità di ricorsi. Il leader dell’Alleanza per il cambiamento e la Trasparenza, Zitto Kabwe, su Twitter ha sostenuto che senza proteste la Tanzania, Paese da 58 milioni di persone dell’Africa orientale, scivolerebbe in un sistema monopartitico. Un tempo considerata esempio di stabilità e democrazia nell’area, la Tanzania negli ultimi cinque anni – sotto Magufuli – ha visto restringere le libertà civili, a cominciare da quelle della comunità Lgbti+, e politiche e opprimere i media e le Ong. L’affermazione consente al 61enne presidente detto “il bulldozer” per il suo programma di costruzione di strade e lotta alla corruzione, di proseguire con ambiziosi progetti infrastrutturali, tra cui il rilancio della compagnia aerea di bandiera e la creazione di ferrovie e di una criticata diga idroelettrica. Oltre che per l’atteggiamento nei confronti dell’opposizione, Magufuli è controverso per aver dichiarato la Tanzania “coronavirus-free” e criticato l’uso delle mascherine contro il Covid-19. A rafforzare il presidente c’è la formazione politica di governo Chama Cha Mapinduzi (Partito della Rivoluzione) che domina la scena politica tanzaniana dall’indipendenza ottenuta dalla Gran Bretagna nel 1961 e che in queste elezioni ha ottenuto la maggioranza dei seggi in parlamento.

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