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Sud Sudan, in pericolo centinaia di migliaia di persone per inondazioni

In Sud Sudan 850.000 persone sono state colpite da pesanti inondazioni, tra le più gravi degli ultimi decenni.

L’area di Bentiu, dove si trova il campo per sfollati più grande del paese, è l’area più colpita. La mancanza di una risposta d’emergenza a queste forti piogge sta costringendo almeno 152.000 persone sfollate a vivere in condizioni orribili e a confrontarsi con un aumento delle malattie infettive, insicurezza alimentare e malnutrizione.

Non c’è ancora cibo a sufficienza e anche la risposta igienico-sanitaria non è adeguataLe persone non possono essere costrette a vivere in queste condizioni indegne, inutilmente esposte a malattie prevenibili. È necessaria un’azione urgente da parte di altre organizzazioni e agenzie internazionali” dichiara Will Turner, responsabile delle operazioni d’emergenza in Sud Sudan per MSF.

A fronte di un aumento del 35 per cento dei ricoveri, registrato da agosto e ottobre, MSF ha aumentato di 45 posti letto il suo ospedale ai 135 già disponibili. Per rispondere all’aumento dei pazienti, le équipe di MSF hanno trasformato la sala riunioni e altri ambienti in ambulatori e aree pediatriche.

Siamo estremamente preoccupati nell’osservare livelli di malnutrizione acuta grave due volte superiori quelli stabiliti dall’OMS e nel registrare un raddoppio del numero di bambini ricoverati nel nostro ospedale con malnutrizione grave dall’inizio delle inondazioni” afferma il Jacob Goldberg, responsabile medico di MSF in Sud Sudan.

Nel frattempo, l’ospedale statale di Bentiu è sovraccarico e l’assistenza sanitaria di base è insufficiente, con orari di apertura limitati e nessun aumento dei posti letto per affrontare l’elevato numero di bambini colpiti dalla malnutrizione.

La tempesta perfetta per lo scoppio di un’epidemia 

Nel campo di Bentiu le condizioni di vita sono orribili. Il sistema per il trattamento delle acque reflue è stato interrotto per settimane a causa delle inondazioni, rendendo non sufficiente il numero di latrine nel campo. Con l’aumentare degli arrivi a causa delle alluvioni, le persone sono costrette alla defecazione all’aperto, non hanno abbastanza acqua e nel campo non c’è nemmeno la raccolta della spazzatura.

Con condizioni di vita già deplorevoli, oggi ulteriormente peggiorate dall’afflusso dei nuovi arrivi, le persone sono più esposte a epidemie e malattie come la diarrea acquosa acuta, il colera e la malaria.

Nei campi a Bentiu il numero di pazienti affetti da malaria è estremamente preoccupante perché quando i livelli dell’acqua si ritirano si crea un perfetto habitat per le zanzare. La maggior parte delle persone che vivono nei campi non possiede le zanzariere e sono così pericolosamente esposte alla malattia. Circa il 60 per cento delle visite offerte dalla clinica mobile di MSF sono rivolte a pazienti affetti da malaria. In alcuni di questi campi le équipe mediche di MSF stanno iniziando a vedere un aumento della diarrea acquosa acuta, probabilmente a causa delle scarse condizioni igienico-sanitarie.

Con l’ospedale completamente pieno, in caso scoppiasse un focolaio di una malattia infettiva, non avremmo abbastanza posti per rispondere adeguatamente” continua Goldberg di MSF.

MSF: “È necessaria un’azione urgente”

MSF ha rapidamente incrementato le attività e portato un’ulteriore équipe di emergenza formata da personale medico, esperti di igiene e potabilizzazione dell’acqua e coordinatori per attività emergenziali, per gestire le cliniche mobili a Bentiu. All’interno del campo di Bentiu MSF attuerà anche una sorveglianza epidemiologica, e fornirà servizi idrici e igienico-sanitari per la pulizia e le riparazioni delle latrine. Ma queste attività non bastano a soddisfare gli attuali bisogni. La risposta umanitaria di altre organizzazioni ed agenzie rimane lenta e non adeguata, e i donatori stanno iniziando solo ora ad inviare fondi d’emergenza.

La risposta umanitaria a Bentiu ha bisogno di un cambio di marcia urgente” conclude Turner di MSF. “Non c’è ancora cibo a sufficienza e anche la risposta igienico-sanitaria non è adeguataLe persone non possono essere costrette a vivere in queste condizioni indegne, inutilmente esposte a malattie prevenibili. È necessaria un’azione urgente da parte di altre organizzazioni e agenzie internazionali”.

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