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Oromia, l'altro conflitto dell'Etiopia oscurato dalla guerra genocida del Tigray

Oromia, l’altro conflitto dell’Etiopia oscurato dalla guerra genocida del Tigray

I membri della Camera dei rappresentanti del popolo (HoPR) hanno tenuto oggi una sessione speciale sugli attuali affari di sicurezza in Etiopia, incentrata sulla violenza e le atrocità contro i civili perpetrate a “Oromia, Gembella, Southern Nations, Nationalities and People’s region, Benishangul Gumuz, Afar e gli stati regionali di Amhara e in varie altre parti del nostro paese”.

Il parlamento ha preso posizione pubblicando una risoluzione in 6 punti, che ha autorizzato un minuto di silenzio per tutti i “cittadini ingiustamente massacrati” e istituisce “una commissione speciale” nominata dall’alta dirigenza del Parlamento. Tale commissione incaricata dal parlamento avrà il compito di indagare sui crimini ed i massacri in maniera tale da fornire “informazioni adeguate” e di formulare “raccomandazioni sulle azioni successive” verso il Parlamento e il popolo etiope.

La risoluzione sintetizzata in 6 punti e sottoscritta da Tagesse Chefo, Presidente della Camera:

A) Tenere un minuto di silenzio per i cittadini massacrati ingiustamente

B) Ritenere responsabili le persone che hanno causato morti, feriti e danni alla proprietà a civili in qualsiasi regione o area del nostro paese;

C) Per la leadership a tutti i livelli, le forze di sicurezza e la magistratura per garantire la sicurezza e la protezione del nostro popolo; e per assicurare i colpevoli alla giustizia;

D) Riabilitare urgentemente gli sfollati dai loro villaggi;

E) Il popolo etiope deve stare insieme in fratellanza, solidarietà e unità in questo momento difficile;

F) Un comitato speciale che consideri la diversità sarà formato dalla direzione della Camera dei Rappresentanti per indagare sulla questione e fornire informazioni adeguate alla Camera e al popolo etiope e per fornire raccomandazioni per la prossima linea di azioni.

L’assemblea di sicurezza si è svolta il giorno dopo le dichiarazioni per mezzo video via social da parte di Hangassa Ahmed Ibrahim, un parlamentare che rappresenta il collegio elettorale di East Haraghe del Ruling Prosperity Party (PP fondato dall’attuale Primo Ministro etiope Abiy Ahmed Ali). Video diretta pubblicata il 5 luglio 2022 in cui il parlamentare ha dichiarato che le recenti atrocità, uccisioni e massacri avvenuti contro i civili in Oromia occidentale non siano state avanzate dall’ OLA, Oromo Liberation Army, il gruppo considerato dissidente e terrorista dal governo centrale. Per Hangassa Ahmed Ibrahim le azioni disumane e criminose sono state orchestrate e pianificate dal presidente in carica dello stato regionale d’Oromia, Shimelis Abdissa, dal commissario di polizia oromo Ararsa Merdasa e dalla dirigenza senior del ramo oromo del Prosperity Party. Il parlamentare che ha lanciato la denuncia ha aggiunto l’appello che vengano avviate indagini sulle atrocità e sulle responsabilità contro coloro che hanno “orchestrato” le atrocità strumentalizzando e mascherandosi dietro il gruppo ribelle OLA – Oromo Liberation Army.

Il deputato Hangassa in precedenza aveva accusato il capo della commissione di polizia di Oromia, il commissario Ararsa Merdasa, di essere dietro l’esecuzione di 14 leader Karrayyu Abba Gadaas Michilee nella zona orientale di Shewa nello stato regionale di Oromia. Anche in quel caso il governo federale centrale che quello regionale avevano accusato l’OLA. Un’indagine della Commissione etiope per i diritti umani (EHRC) ha in seguito rivelato che i Karrayyu Abba Gadaas sono stati “giustiziati” dalle forze di sicurezza etiopi.

Nella video dichiarazione live via Facebook, il deputato Hangassa ha rivolto la richiesta al primo ministro etiope di smantellare la struttura politica regionale oromo che è sotto la guida di Shimelis Abdissa, nonché chiedendone l’arresto e conseguente giusto processo e di tutte le persone dichiarate complici dal deputato oromo: l’obiettivo è porre fine al “continuo massacro di civili” nello stato regionale dell’ Oromia. Come ha sottolineato Addis Standard, il governo regionale oromo non ha rilasciato alcuna dichiarazione in risposta alle accuse ricevute.

Il 4 Luglio 2022 HRW – Human Rights Watch con la firma della Direttrice per il Corno d’Africa, Laetitia Bader, ha emanato un comunicato.

Appello di denuncia per sottolineare le violenze e le atrocità perpetrate in Oromia iniziate prima della guerra scoppiata in Tigray il novembre 2020 e proseguite in parallelo fino ad oggi. Guerra genocida in Tigray che ha oscurato la gravità della situazione sociale che stava e sta vivendo il popolo oromo.

La direttrice di HRW scrive:

“Ben prima del conflitto nel nord dell’Etiopia, c’era una diffusa impunità per le continue violazioni dei diritti nella regione etiope di Oromia, anche in aree già colpite da conflitto. Molti di questi abusi persistono ancora e richiedono un’urgente attenzione internazionale.”

Aggiungendo:

“Questa settimana ha segnato il secondo anniversario dell’assassinio del cantante popolare, Hachalu Hundessa , ucciso a colpi di arma da fuoco nella capitale della nazione, Addis Abeba.

L’uccisione di un’icona del movimento di protesta Oromo del paese ha innescato disordini e violenze diffuse, in particolare nella regione di Oromia, che hanno provocato la morte di almeno 178 persone. Questi eventi hanno segnato una svolta nel deterioramento dell’ambiente dei diritti nel paese.”

Il 2022 è il secondo anno di commemorazione della morte, dell’ assassinio del cantante oromo avvenuto il 29 giugno 2020.

La direttrice ha proseguito:

“Anche minoranze etniche e religiose, principalmente etniche Amhara, sono state uccise in attacchi brutali scoppiati in diverse città dell’Oromia, con le forze governative che non sono intervenute in alcune aree. Queste comunità hanno anche subito una massiccia distruzione di proprietà e un diffuso sfollamento.

Le comunità colpite su tutta la linea hanno ripetutamente chiesto indagini e investigazioni credibili. Invece, il governo ha arbitrariamente arrestato migliaia di Oromo e ha lasciato molti languire in luoghi di detenzione sovraffollati come magazzini, stazioni di polizia e scuole per mesi senza mai affrontare un processo. Nel maggio 2021, la commissione nazionale per i diritti umani dell’Etiopia ha documentato detenzioni arbitrarie diffuse prive di qualsiasi controllo giudiziario. Le autorità hanno anche arrestato arbitrariamente dozzine di politici di tutto lo spettro politico, secondo quanto riferito, negando molti diritti fondamentali del giusto processo in relazione ai disordini. Sebbene la maggior parte sia stata rilasciata all’inizio del 2022, i politici dell’opposizione del Fronte di liberazione di Oromo (OLF) rimangono in detenzione nonostante i molteplici ordini giudiziari che ordinano di essere rilasciati su cauzione. Inoltre, alcuni si sono ammalati, a causa della mancanza di cure mediche adeguate.”

Abusi diffusi in Oromia

In Oromia era già presente ad inizio 2020 una campagna governativa contro l’OLA che ha coinvolto i civili in numerosi abusi.

Nel 2019 il governo aveva istituito un posto di comando federale per coordinare le forze di polizia regionali oromo.

Il governo ha interrotto anche le comunicazioni imponendo la chiusura di internet per i primi 3 mesi del 2020. Le agenzie umanitarie e i media e i gruppi per la tutela dei diritti umani hanno avuto accesso limitato alla regione.

Nonostante le restrizioni, i vari gruppi per i diritti umani e i media sono riusciti a documentare e confutare i gravi abusi da parte delle forze governative, comprese esecuzioni sommarie e detenzioni arbitrarie. Gruppi armati hanno anche ucciso membri della comunità etnica minoritaria e funzionari governativi.

Le forze di sicurezza del governo hanno preso di mira e accusato i giovani oromo di supportare il gruppo armato. Nel maggio 2021, come riportato da Focus On Africa, è stato ucciso in maniera extragiudiziale un ragazzo di 17 anni in pubblica piazza ed in pieno giorno: il tutto filmato in maniera disumana dalle forze di polizia, alcune sequenze poi apparse sulla pagina Facebook del governo. Invece di iniziare in maniera celere con le indagini, il governo ha intimidito i familiari e gli amici del ragazzo.

Laetitia Bader ha dichiarato che:

“Una cultura dell’impunità per gli abusi della sicurezza ha solo incoraggiato le forze di sicurezza irresponsabili e non ha fatto nulla per prevenire ulteriori danni.

Più di recente, il 18 giugno 2022, aggressori armati hanno sfacciatamente attaccato Amharas e ucciso dozzine se non centinaia, tra cui molte donne, bambini e anziani nel distretto di Gimbi nell’Oromia occidentale, costringendo almeno 4.800 persone a fuggire. I sopravvissuti parlando ai media hanno accusato degli attacchi l’Esercito di liberazione dell’Oromo – OLA, sebbene abbia negato la responsabilità. Mentre le comunicazioni hanno ostacolato la segnalazione in tempo reale degli eventi, secondo le Nazioni Unite, l’attacco è seguito ai combattimenti tra gruppi armati e forze di sicurezza nell’area.

Tali attacchi su larga scala alle comunità minoritarie nell’area non sono nuovi. Ad esempio, dozzine di Amhara sono stati uccisi in un attacco nel distretto di Guliso all’inizio di novembre 2020 e oltre una dozzina di altri Amhara sono stati uccisi in un attacco del marzo 2021 nel distretto di Babo Gembel.

Il governo etiope ed i suoi partner non dovrebbero più ignorare le crescenti tragedie che colpiscono le famiglie in tutta Oromia. C’è un profondo bisogno di riforme strutturali dell’apparato di sicurezza abusivo e di riparazione sociale.”

HRW conclude con un appello al governo etiope:

“Il governo può iniziare facilitando indagini indipendenti e credibili sui gravi abusi da parte delle proprie forze e dei gruppi armati, come richiesto dalle comunità. Ciò aiuterebbe a dimostrare che è prioritario porre fine agli abusi che hanno devastato i residenti di Oromia.”


FONTE comunicato HRW: https://www.hrw.org/news/2022/07/04/ethiopias-other-conflict

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