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Conflitti

Niger, probabile intervento militare della Francia dopo l’assalto all’ambasciata a Niamey

Dopo il colpo di stato in Niger avvenuto il 26 luglio 2023, l’Unione africana e la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentali, insieme alla Francia, sarebbero pronte a mettersi in gioco per insediare nuovamente il governo del presidente Mohamed Bazoum (primo presidente eletto democraticamente dal 1960) rovesciato dai militari pochi giorni fa. Lo stato del…

Dopo il colpo di stato in Niger avvenuto il 26 luglio 2023, l’Unione africana e la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentali, insieme alla Francia, sarebbero pronte a mettersi in gioco per insediare nuovamente il governo del presidente Mohamed Bazoum (primo presidente eletto democraticamente dal 1960) rovesciato dai militari pochi giorni fa. Lo stato del Niger è considerato un paese strategico e fondamentale da tutta l’Unione Europea. Oltre che per la grande presenza di uranio, per la maggior parte esportata in Europa, il paese, in merito ai flussi migratori dell’Africa Subsahariana, è una delle principali zone di transito ed è inoltre un’ottima zona di controllo militare (1500 unità militari nel paese appartengono alla Francia) per combattere l’estremismo islamico diffuso in molte aree del continente. D’altro canto, i ribelli nigerini e i militari autori del colpo di stato, non a caso si sono rivelati grandi sostenitori della Federazione Russa, con tanto di slogan e bandiere a testimonianza delle azioni di destabilizzazione messe in atto dal gruppo di mercenari della Wagner presenti militarmente per conto della Russia in vari stati africani. Quasi come a voler distogliere l’attenzione dal conflitto in Ucraina con l’intento di indebolire l’Europa agli occhi dei popoli africani, così da innescare di volta in volta nuove proteste e rivolte. Ma l’Europa, e in modo particolare i francesi, non hanno intenzione di restare in silenzio, soprattutto dopo aver appreso che a salire al potere in Niger in seguito al golpe è stato l’ex capo della guardia presidenziale del Niger, il generale Abdourahamane Tiani, personaggio poco gradito sia alla comunità africana che a quella europea. L’Unione africana ha concesso agli autori del golpe, un ultimatum della durata di 15 giorni per ristabilire l’ordine costituzionale. Nel frattempo i capi della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale hanno immediatamente imposto pesanti sanzioni economiche. Oltre a questo, in caso di rifiuto, ambedue le organizzazioni hanno minacciato un intervento militare senza precedenti nei confronti dei golpisti. In tutto questo, l’ONU, il Regno Unito e la UE, hanno tagliato ogni tipo di soccorso e di aiuti indirizzati al Niger, e si vocifera di un eventuale intervento militare della Francia in collaborazione con altri paesi africani, in seguito all’attacco subito dall’ambasciata francese nella capitale Niamey, ad opera dei ribelli e dei golpisti nigerini. La Francia attualmente non ha né confermato né smentito tali voci ma sembra intenzionata ad agire con qualunque mezzo a disposizione.

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