RDCongo, 16 morti in un attacco delle milizie ADF a Beni

Si aggrava il bilancio dell’attacco avvenuto venerdì 12 aprile nei quartieri Sayo, Bundji e Kasanga Tuha della città di Beni, nella provincia del Nord Kivu, Repubblica Democratica del Congo, che è salito a 16 morti.

Beni/Tueries à Mulekera : Le bilan passe de 7 à 16 morts https://t.co/pyoEyWzCiX

— 7SUR7.CD (@7sur7_cd) April 14, 2024

I corpi delle vittime sono stati ritrovati nei quartieri di Makene (7 morti), Toda (1 morto) e Burutsu (8 morti). La maggior parte dei corpi è stata portata all’obitorio dell’ospedale generale di riferimento di Beni. Secondo i testimoni, gli assalitori, presunti membri delle milizie ADF, erano armati di armi bianche e hanno attaccato i civili nella zona di Makene. Un sopravvissuto ha raccontato di aver visto suo fratello ucciso dai ribelli con machete e di essere stato poi liberato perché “pregava molto”.

Sulla scena del massacro, i giornalisti locali hanno trovato i corpi delle vittime, alcuni dei quali con la testa decapitata, e diverse motociclette bruciate.

Between 10 and 15 civilians were killed in weekend attacks in the Beni region in eastern Democratic Republic of Congo, in new attacks blamed on ADF rebels affiliated with Islamic State, local sources said on Sunday.

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— The New Vision (@newvisionwire) April 14, 2024

Le forze di sicurezza congolesi (FARDC) e ugandesi (UPDF) hanno rafforzato la loro presenza nella zona per imporre l’autorità dello Stato e alcuni arresti sono stati effettuati sabato a Makene e Mulekya.

L’attacco è avvenuto in un contesto di insicurezza persistente nella regione, causata dalle attività delle milizie ADF, ossia le Forze Democratiche Alleate (in inglese Allied Democratic Forces), che sono un gruppo guerrigliero di matrice islamica attivo nel Nord Kivu; un gruppo nato nel 1996 in Uganda con l’obiettivo di rovesciare il governo di Yoweri Museveni, ma che nel 2001 si è spostato nella RDCongo, dove continua a condurre attacchi contro civili e militari. Si tratta di uno dei gruppi armati più brutali della regione, accusato di numerose atrocità, tra cui massacri, rapimenti, torture e violenze sessuali, e che si ispira a un’interpretazione radicale dell’Islam, per cui mira a stabilire un califfato islamico nella regione. Negli ultimi anni, le violenze delle ADF hanno causato lo sfollamento di migliaia di persone e hanno avuto un impatto significativo sulla vita della popolazione locale.