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Camerun, inaugurato il Museo dei Re Bamun

Il Camerun celebra con grande enfasi l’inaugurazione del Museo dei Re Bamun. Situato nell’ovest del paese, il museo accoglie i visitatori con l’entrata sormontata da un gigantesco serpente a due teste, simbolo delle antiche armi del regno Bamun. Fondato nel 1384, il regno Bamun è uno dei più antichi dell’Africa subsahariana. L’inaugurazione, avvenuta nel weekend, ha visto la partecipazione di migliaia di persone, incluse autorità locali e nazionali, insieme a rappresentanti di diverse etnie e comunità. Il Camerun ospita oltre 270 gruppi etnici con tradizioni e lingue diverse, riflettendo la ricca diversità culturale del paese.

Il regno Bamun, con il suo passato secolare, mantiene una forte influenza nella vita quotidiana dei cittadini, sia quelli rimasti sulle loro terre che quelli emigrati. Il museo, costruito su un’area di 5.000 metri quadrati, ospita una vasta collezione di reperti che illustrano la ricchezza artistica, artigianale e tecnologica del popolo Bamun nel corso dei secoli. Tra le opere esposte vi sono oggetti di potere reale, maschere, armi, strumenti musicali e manoscritti, incluso l’invenzione dell’alfabeto bamum da parte del re Ibrahim Njoya.

L’inaugurazione del museo è stata accompagnata da festeggiamenti tradizionali, con griot che suonavano tamburi e flauti, e da danze rituali eseguite dai principi e dalle principesse delle varie comunità bamum. Questo evento rappresenta un momento di orgoglio per il popolo Bamun e un’opportunità per celebrare la propria storia e identità culturale. Il nuovo museo dei Re Bamun testimonia l’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio culturale africano, fornendo un’opportunità per le generazioni presenti e future di connettersi con le loro radici storiche e culturali.

Il regno Bamun, situato nell’odierno Camerun occidentale, si è consolidato come entità politica coesa nel corso di sette secoli a partire dalla fine del XIV secolo. La sua fondazione è attribuita a Nchare Yen, proveniente dalla dinastia Tikar e originario di Rifum (Mbankim) e la massima estensione del territorio fu di circa 7.700 km², con una popolazione stimata intorno ai 2 milioni di abitanti, comprendente un altopiano occidentale culminante in tre massicci montuosi e una pianura orientale. La capitale era Foumban, situata ai piedi della scarpata orientale, mentre a nord il regno confinava con il regno di La’djo, separato dal fiume Noun.

La fase iniziale della storia Bamun fu caratterizzata dall’unificazione di diverse entità politiche preesistenti sotto la guida della dinastia di Nchare Yen. Costui, dopo aver sottomesso sette principati, proclamò la fondazione del regno Bamun, stabilendo la capitale a Njimom. I suoi successori ampliarono ulteriormente il territorio, portando il regno al suo apogeo sotto la guida di Mbuombuo Mandù alla fine del XVIII secolo.

Uno dei tratti distintivi del regno Bamun fu la sua capacità di adattamento alle trasformazioni socio-politiche e religiose che caratterizzarono l’area nel corso dei secoli. Ad esempio, la figura di re Njoya (1876-1933) riveste un ruolo centrale nella storia del regno Bamun perché intraprese un’intensa attività di riforme e modernizzazione, come ad esempio l’adozione di una religione monoteista ispirata all’islam e al cristianesimo e creando un sistema di scrittura sillabica di 500 segni, successivamente semplificato a 80 caratteri. La scrittura reale, denominata anche “scrittura bamun”, rappresentò un contributo significativo alla cultura e all’identità del popolo Bamun.

Successivamente, il regno Bamun seppe mantenere una certa autonomia durante il periodo coloniale tedesco (1884-1916), ma con l’avvento dell’amministrazione coloniale francese nel 1916 si avviò un’epoca di progressiva erosione dei poteri del re, culminata nella sua deposizione e nell’esilio a Yaoundé nel 1931. Inoltre, le autorità francesi imposero il divieto dell’utilizzo della scrittura reale, contribuendo al suo declino.

Nonostante la sua dissoluzione formale, il regno Bamun ha lasciato un’eredità culturale tangibile e duratura. Ad esempio, il Palazzo Reale di Foumban, sede dei sovrani Bamun, è stato riconosciuto come sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO e la scrittura reale, riscoperta e oggetto di studi accademici, rappresenta un’importante testimonianza della ricchezza intellettuale e creativa di quel popolo.

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