Il governo militare del Niger, al potere con un golpe dalla fine dello scorso luglio, afferma di aver sventato un tentativo di fuga dell’ex presidente, Mohamed Bazoum, agli arresti domiciliari da circa tre mesi.
🔴Communiqué
Dans la nuit du 19 octobre 2023, tentative d'Ă©vasion dĂ©jouĂ©e de l'ex-prĂ©sident Bazoum depuis son lieu de dĂ©tention Ă Niamey. Selon le plan, Bazoum devait rejoindre des hĂ©licoptères pour ĂŞtre exfiltrĂ© au Nigeria. pic.twitter.com/xtd5GjPTbP— Conseil National pour la Sauvegarde de la Patrie (@NIGER_CNSP) October 19, 2023
Secondo il comunicato emesso dai militari, l’ex presidente avrebbe tentato di fuggire nella notte con la sua famiglia, i cuochi e la sicurezza. Il piano prevedeva che Bazoum raggiungesse un nascondiglio alla periferia della capitale Niamey e poi di volare su elicotteri “appartenenti ad una potenza straniera” verso la Nigeria.
The escape bid failed and "the main actors and some of the accomplices" were arrested, the regime's spokesman Amadou Abdramane said on state television late Thursday.https://t.co/mLUWjNzatO
— The New Arab (@The_NewArab) October 20, 2023
Bazoum è agli arresti domiciliari da quando i membri della sua guardia presidenziale hanno organizzato un colpo di stato a fine luglio. Attualmente, però, non è chiaro dove siano attualmente trattenuti l’ex presidente e il resto del gruppo.
Intanto è cominciata l’evacuazione dal Niger dei primi soldati francesi: dopo aver lasciato le loro basi nove giorni fa, il viaggio del convoglio terrestre è arrivando a N’Djamena, in Ciad, “senza incidenti”, ha annunciato il portavoce dello stato maggiore francese, il colonnello Pierre Gaudillière:
Les premiers soldats français ayant quitté leurs bases au Niger dans un convoi terrestre en direction du Tchad sont arrivés à N'Djamena "sans encombre", a annoncé à l'#AFP le porte-parole de l'état-major français, le colonel Pierre Gaudillière pic.twitter.com/w9GTtO87XT
— Agence France-Presse (@afpfr) October 19, 2023
Circa 1.400 soldati francesi erano di stanza nella capitale Niamey e nel Niger occidentale, che ora vanno rimpatriati insieme alle attrezzature. Questo sta avvenendo via terra attraverso il Ciad e poi il Camerun: una distanza di oltre 3.000 chilometri, alcuni dei quali sono noti per ospitare gruppi jihadisti legati allo Stato Islamico e ad al-Qaeda.