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Destini intrecciati: golpe in Niger e l’Italia, prospettive di una nuova onda migratoria

Il fatto di cronaca è che il Niger è stato sconvolto da un golpe militare che ha rovesciato il governo democratico eletto, portando instabilità politica a Niamey, la capitale dove è stata presa d’assalto l’ambasciata francese da manifestanti filo russi al grido di “W Putin”. Contestualmente l’Exowas, la Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale dava un ultimatum ai golpisti. Ma quanto questa situazione potrebbe avere conseguenze significative sulla gestione e il contenimento dei flussi migratori nella regione?

Le ipotesi più plausibili sono che l’instabilità politica post-golpe crei un ambiente favorevole per le attività criminali, inclusi i gruppi coinvolti nel traffico di esseri umani e nell’immigrazione clandestina. Il Niger è una rotta importante per i migranti africani che cercano di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo e la sua posizione geografica è critica per il controllo dei flussi migratori.

Prima del golpe, il governo del Niger aveva collaborato con l’Unione Europea e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) per affrontare l’immigrazione attraverso progetti di sviluppo economico e azioni contro i trafficanti di esseri umani. Tuttavia, l’instabilità politica potrebbe compromettere se non azzerare tali sforzi.

Le conseguenze del golpe potrebbero ricadere sulle popolazioni vulnerabili, inclusi i migranti e i rifugiati di altri paesi e con la situazione politica incerta, il rischio di abusi sui diritti umani aumenta e di conseguenza lasciare senza protezione e assistenza adeguata le persone fuggite da regioni colpite dalla violenza.

Altrettanto plausibile è che l’instabilità del Niger potrebbe scoraggiare  gli investimenti stranieri riducendo le opportunità di lavoro nel paese e spingendo più persone a cercare vie di fuga attraverso il deserto e il mare.

Sulla logica delle opportunità economiche, è già noto che il Vice Premier Tajani abbia annunciato uno stanziamento di 16 milioni di euro per progetti in Libia e Niger, finalizzati alla gestione del fenomeno migratorio. Gli interventi prevedono la formazione delle autorità locali, corsi di formazione per migranti e comunità ospitanti, e rimpatri volontari assistiti. Tajani sottolinea l’importanza di rafforzare la collaborazione tra l’Italia e l’Africa nel contrastare il traffico di migranti e promuovere sviluppo e opportunità di formazione per i giovani nei paesi coinvolti nel fenomeno migratorio.

Se questa logica è da perseguire (mi chiedo come sia possibile operare controlli economici in un regime totalitaristico militare) L’Unione Europea e gli altri attori internazionali, che hanno un interesse diretto nella gestione dei flussi migratori, dovrebbero mantenere il sostegno finanziario e logistico per gli sforzi di sviluppo nel Niger, nonostante l’instabilità politica. E’ un dato di fatto che la prevenzione delle migrazioni disperate passa anche attraverso la creazione di opportunità economiche sul posto, riducendo così l’attrattiva di rischiare la vita in viaggi pericolosi.

Il golpe in Niger ha quindi creato una situazione di instabilità politica e sociale che verosimilmente potrebbe avere gravi conseguenze sulla gestione e il contenimento dei flussi migratori e se volessimo immaginare degli scenari conseguenti a questo evento possiamo ipotizzare (consideratala una mera speculazione) questi scenari: Aumento del flusso migratorio verso l’Italia:

1)L’instabilità politica e sociale nel paese porta ad un aumento significativo dei flussi migratori verso l’Italia. Molte persone, spaventate dalla violenza e dalla mancanza di protezione, decidono di intraprendere un viaggio rischioso attraverso il deserto e il Mediterraneo nella speranza di trovare sicurezza e opportunità in Europa.
Basandosi sul passato, il flusso migratorio verso l’Italia potrebbe aumentare del 30% rispetto ai livelli precedenti al colpo di stato. Questo significa un aumento di migliaia di migranti che cercano di raggiungere le coste italiane ogni mese.

Scenario 2: Aumento delle rotte migratorie attraverso il Sahara, i trafficanti di esseri umani potrebbero sfruttare la situazione per aprire nuove rotte migratorie attraverso il Sahara e anche questo potrebbe portare a un aumento del flusso migratorio verso l’Italia da parte di migranti provenienti da paesi dell’Africa occidentale e centrale.
In questo scenario, le rotte migratorie tradizionali potrebbero essere abbandonate a favore di percorsi più pericolosi e remoti attraverso il deserto. L’accesso alle risorse e alle vie di soccorso lungo queste nuove rotte sarebbe limitato, aumentando il rischio di perdite di vite umane nel deserto.

Scenario 3: Rafforzamento delle misure di contenimento e sicurezza
Dopo il golpe, l’Italia potrebbe rafforzare le misure di contenimento e sicurezza per fronteggiare l’aumento dei flussi migratori provenienti dal Niger. Questo potrebbe includere l’incremento delle pattuglie di sorveglianza lungo le coste e il potenziamento dei controlli alle frontiere terrestri. Tali misure molto costose e richiederebbero una maggiore cooperazione internazionale per essere efficaci. Inoltre, il rafforzamento delle misure di sicurezza potrebbe anche generare tensioni politiche interne alla nostra Nazione oltre che diplomatiche con il Niger e altri paesi dell’Africa occidentale, che potrebbero considerare queste azioni come un segnale di mancanza di solidarietà.

Scenario 4: Soluzioni diplomatiche e di sviluppo
Un approccio più lungimirante potrebbe essere quello di adottare soluzioni diplomatiche e di sviluppo in collaborazione con il Niger e gli altri paesi della regione. Questo potrebbe includere il sostegno per il ripristino dell’ordine costituzionale in Niger e per l’attuazione di programmi di sviluppo economico e sociale per affrontare le cause profonde dell’immigrazione.
Investire in programmi di sviluppo potrebbe creare opportunità di lavoro e ridurre le motivazioni alla migrazione per molte persone. Allo stesso tempo, soluzioni diplomatiche potrebbero favorire la cooperazione tra i paesi interessati per gestire meglio i flussi migratori in modo umano e sicuro. Ma ancora una volta il dubbio: con quali controlli?

Concludendo,l’esperienza passata ci insegna che l’Italia è stata spesso una delle principali porte d’accesso all’Europa per i migranti provenienti dall’Africa e di conseguenza, è essenziale che si prepari adeguatamente per affrontare eventuali flussi migratori in aumento, garantendo un approccio umano e rispettoso dei diritti umani nella gestione delle migrazioni.

Occorre quindi lavorare a stretto contatto con gli altri paesi dell’Unione Europea e con le organizzazioni internazionali per sviluppare strategie e azioni coordinate per fronteggiare l’impatto di tali eventi, rafforzando la cooperazione e la solidarietà tra i paesi europei nell’affrontare congiuntamente le sfide migratorie e cercare soluzioni sostenibili e inclusive per tutte le parti coinvolte.
Solo attraverso un approccio concertato e basato sui principi di umanità e collaborazione sarà possibile rispondere in modo efficace ai flussi migratori e alle esigenze dei disperati in cerca di sicurezza e speranza.

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