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COP26, delegazione di Medici Senza Frontiere per la prima volta alla conferenza a Singapore

Per la prima volta una delegazione di Medici Senza Frontiere (MSF) prenderà parte alla COP26, la conferenza ONU sul clima che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre.

I team di Medici Senza Frontiere (MSF) sul campo stanno già testimoniando gli impatti dei cambiamenti climatici per le popolazioni che assistono in diversi paesi e sono preoccupati che l’emergenza climatica possa aggravare crisi umanitarie già esistenti o crearne di nuove.

“Come organizzazione medico-umanitaria, osserviamo tendenze serie in molti luoghi dove forniamo assistenza, come i picchi significativi di casi di malaria nella regione sub-sahariana” scrive Msf in una nota.

In Niger, ad esempio, la stagione della malaria sembra essere cambiata, probabilmente in relazione al cambiamento dei modelli delle precipitazioni, che influiscono sulla presenza delle zanzare, vettori della malattia.
La Somalia è colpita da un ciclo altalenante di inondazioni, siccità ed epidemie, con un pesante carico sulle persone che hanno a malapena il tempo di riprendersi da una crisi prima che ne arrivi un’altra. Quest’anno, gran parte dello Jubaland, nel sud del paese, ha sofferto di una grave scarsità di acqua e cibo a causa di una prolungata siccità.

Gli effetti dell’emergenza climatica, avverte MSF, peggioreranno a meno che non si intraprendano azioni urgenti per ridurre le emissioni di gas serra. Lavoriamo in alcuni dei contesti più vulnerabili del mondo dal punto di vista climatico, dove le persone già non hanno accesso o sono escluse dall’assistenza sanitaria di base. Uomini, donne e bambini che sono anche i meno responsabili delle emissioni che generano la crisi climatica.

La delegazione di MSF alla COP26 è composta dalla dr.ssa Maria Guevara, Caroline Voutenon, esperta di politiche sanitarie, e Steve Cornish, direttore generale di MSF.

Cornish interverrà durante la conferenza il 4 novembre con un intervento su come ripensare l’assistenza sanitaria in un mondo più caldo e come ridurre la nostra impronta climatica nei paesi in cui operiamo.

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