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Attanasio – Iacovacci, udienza rinviata. Il 14 settembre si decide su immunità Leone

Riprenderà il 14 settembre l’udienza preliminare del processo per l’uccisione dell’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci che gli faceva da scorta  I familiari di quest’ultimo si sono costituiti parte civile, contrariamente alla famiglia e alla vedova di Attanasio che hanno accettato un accordo risarcitorio del World food programme.
Mentre nell’aula 5 del Tribunale di Roma si svolgeva l’udienza, all’esterno del Palazzo di giustizia, a piazzale Clodio, si animava un sit-in per dimostrare vicinanza alle famiglie di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci promosso da Articolo 21, Focus on Africa e dall’Associazione Cooperazione e Solidarietà Internazionale / Focsiv.
L’udienza è stata rinviata dopo l’accoglimento della costituzione delle parti civili, i familiari del carabiniere Iacovacci, il comune di Limbiate e l’associazione vittime del dovere.  La famiglia dell’ambasciatore Attanasio avendo chiuso un accordo con il Programma alimentare mondiale dell’Onu, ha decido di lasciare il processo..
Nel corso dell’udienza sono state poi affrontate ulteriori questioni preliminari e in particolari i nodi legati alla giurisdizione e l’eventuale immunità diplomatica dei due imputati. Il gup ha quindi aggiornato il procedimento disponendo che si procederà solo contro Rocco Leone per «omesse cautele». Ma la difesa ha sollevato l’eccezione dell’immunità diplomatica. Stralciata la posizione di Mansour Rwagaza: non è arrivata la notifica del rinvio a giudizio ed è irreperibile.
“L’unico atto possibile era quello di costituirsi parte civile, la nostra battaglia per avere giustizia non è in vendita” ha dichiarato Dario Iacovacci, fratello di Vittorio, il carabiniere di Sonnino, in provincia di Latina.
”Oggi è emerso con chiarezza lo scarso impegno delle istituzioni italiane. La difesa di Rocco Leone si è fatto beffa dello Stato, ridicolizzando la sua assenza in aula evidenziando che, al contrario di quanto dichiarato dal ministro Tajani, l’Italia non ha mai avanzato una richiesta ufficiale al Pam di rinunciare all’immunità per i suoi due funzionari” l’amara conclusione di Iacovacci.

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