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Angola, scuse presidenziali alle famiglie delle persone uccise nelle repressioni del 1977

Il presidente dell’Angola, João Lourenço, si è scusato con le vittime e le famiglie delle persone uccise nel massacro del maggio 1977 e ha chiesto perdono a nome del governo, come rende noto la Bbc. Migliaia, tra cui molti giovani intellettuali e attivisti, furono messi in carcere, torturati e uccisi dopo una scissione del partito di governo, Movimento popolare per la liberazione dell’Angola (Mpla). Amnesty International riferisce che durante l’epurazione morirono 30 mila persone, ma alcuni sostengono che ne furono uccise 90 mila. Nel suo discorso alla nazione, il presidente angolano ha definito le uccisioni da parte delle forze governative un “grande male” e la risposta del governo “sproporzionata ed estrema”, dicendo che “non è più tempo di puntare il dito l’uno contro l’altro”. Il governo inizierà la ricerca dei resti di alcune delle figure di rilievo uccise per la loro restituzione alle famiglie, ha affermato Lourenço. “Queste pubbliche scuse e richieste di perdono non si limitano a semplici parole, riflettono il nostro sincero rammarico e la volontà di porre fine all’angoscia delle famiglie per la mancanza di informazioni sul destino toccato alla persona amata”

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