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Accordo con la Tunisia: paghiamo per non far partire i migranti colui che li costringe a partire

L’ennesimo naufragio nelle acque mediterranee (41 morti, secondo i quattro sopravvissuti) chiama direttamente in causa l’accordo di metà luglio col presidente tunisino Kais Saied, frutto di quell’autentica ossessione della politica europea costituita dalla necessità di fermare le partenze di migranti e richiedenti asilo verso la sponda nord del Mediterraneo.

Il memorandum d’intesa tra Unione europea e Tunisia, che ha visto l’Italia interessata promotrice,è una fotocopia di quello tra Italia e Libia promosso nel 2017 dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti: soldi in cambio della promessa di non far salpare, trattenere, riacciuffare, rimandare indietro.

Nessuno, in questi mesi, né tantomeno ora ha fatto presente al presidente Saied che quella situazione che egli viene pagato per gestire l’ha creata lui, col ricorso al discorso d’odio dei primi mesi dell’anno che ha generato un’ondata di violenza contro i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati dell’Africa subsahariana.

Ricordiamo le parole pronunciate da Saied il 21 febbraio, durante una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale: «Orde di migranti irregolari provenienti dall’Africa subsahariana [sono arrivati in Tunisia] con la violenza, i crimini e i comportamenti inaccettabili che ne sono derivati»; una situazione «innaturale», parte di un disegno criminale per «cambiare la composizione demografica» e trasformare la Tunisia in «un altro stato africano che non appartiene più al mondo arabo e islamico».

Nessuno stupore se, immediatamente dopo, folle di facinorosi sono scese in strada aggredendo «i neri». Decine e decine sono stati arrestati e poi espulsi. Per arrivare agli ultimi giorni, quando centinaia di migranti, bambine e bambini inclusi, sono stati abbandonati al loro destino nelle aree desertiche alle frontiere con Libia e Algeria.

«Notizie false», ha attaccato Saïed riferendosi ad Amnesty International e ad altre organizzazioni non governative. Tutto, purtroppo, vero. Tragicamente vero.

 

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