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Aya Nakamura: il razzismo e l’orgoglio

Se c’è una pagina inconfessabile della storia della Francia è che la costruzione, tre secoli fa  del Palazzo dell’Eliseo, fu interamente finanziata dal banchiere e uomo d’affari il marchese Antoine Crozat, che praticamente deteneva il monopolio sulla gestione degli schiavi africani. 

In una Francia dove la questione coloniale non smette certo di perseguitare la politica nazionale, era logico che la scelta di una regina del pop nera  per interpretare Édith Piaf durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi,  turbasse quelli che navigano nelle acque  della coscienza razziale. 

Emmanuel Macron certamente non ne era consapevole, ma suggerendo Aya Nakamura    , (venti milioni di follower sui social network, nata a Bamako 28 anni fa in Mali e cresciuta in Francia, naturalizzata francese nel 2021,  figlia dell’immigrazione diventata l’artista francese più ascoltata del mondo ) ha sollevato il “caso”

Marine Le Pen ha parlato di una “”provocazione”” da parte di un Emmanuel Macron che “”deve alzarsi ogni mattina chiedendosi: come riuscirò a umiliare il popolo francese?”

L’editorialista Éric Naulleau castiga lo “pseudo-francese di m…” di quella che qualifica come “volgarità incarnata” e “disonore della canzone francese”, mentre il comico Gaspard Proust urla all’“incitamento all’odio acustico”.

Con i suoi 7 miliardi di stream sulle piattaforme di ascolto, Aya Nakamura non ha certo bisogno di essere difesa contro il piccolo gruppo di bianchi razzisti che aveva a suo tempo schierato sulle rive della Senna uno striscione che proclama “Qui è Parigi, non il mercato di Bamako”. E ognuno è libero, inoltre, di apprezzare o meno la sua musica, i suoi testi, il suo stile. 

Ma come non vedere che le reazioni di rifiuto di cui Aya Nakamura è oggetto da parte di un’estrema destra (sempre più disinibita e in testa ai sondaggi per le elezioni europee di giugno ) hanno una stretta relazione con il fatto che sia una donna nera, potente, famosa, iconica e soprattutto binazionale?

Che piaccia o no, entro il 2050, l’80% dei parlanti francese sarà africano. E piaccia o no Aya Nakamura il 29 Luglio  canterà.

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