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Tunisia, l’esercito sgombera decine di migranti subsahariani a Sfax

Le forze dell’ordine tunisine e l’esercito hanno condotto un’operazione di sgombero contro i migranti a Sfax, una città costiera nota come snodo per le partenze clandestine verso l’Europa. L’operazione, che ha visto l’impiego di blindati e agenti antisommossa, è stata apprezzata sia dai residenti locali, sia dal ministro degli Interni italiano, Matteo Piantedosi, che ha parlato di dieci trafficanti di esseri umani tratti in arresto, “membri di un’organizzazione che trasportava e rivendeva ferro per la fabbricazione di barche destinate alle traversate verso le nostre coste“.

Le autorità tunisine hanno affermato che l’operazione era volta a contrastare l’immigrazione illegale e i trafficanti di persone, appunto. In particolare, un edificio occupato dai migranti subsahariani (una 50ina si erano rifugiati sul tetto) è stato ripreso dalle forze dell’ordine.

Ora, però, la questione umanitaria riguarda le deportazioni verso le regioni desertiche tunisine e i Paesi limitrofi, già criticate in passato. Le autorità locali, sopraffatte dal fenomeno dell’immigrazione irregolare, lamentano la mancanza di collaborazione da parte dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni e di alcuni paesi africani.

Il presidente tunisino Kaïs Saïed ha elogiato l’operazione e ha sottolineato la necessità di trovare soluzioni urgenti per affrontare il problema dell’immigrazione.

Il tema è spinoso da molto tempo e, proprio pochi giorni fa, Antonella Napoli, direttrice di “Focus on Africa” era sul posto per dei reportage:

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Le organizzazioni non governative tunisine e italiane denunciano che oltre a intercettare le persone migranti nelle acque territoriali nazionali, la Guardia nazionale tunisina cerca di perseguire i migranti all’interno del Paese, in particolare spostandoli arbitrariamente, senza tenere conto della loro situazione umanitaria o degli accordi internazionali firmati e ratificati dalla Tunisia.
“Ciò è avvenuto in diverse regioni del Paese, dove le forze di sicurezza hanno scelto di spingere i migranti verso alcune aree periurbane, in particolare El Aamra, El Jédériya e Kasserine, dove la situazione è sempre più preoccupante e allarmante. È inoltre importante ricordare le conseguenze disastrose del trasferimento forzato delle persone migranti da parte delle autorità tunisine in una zona cuscinetto desertica, lungo il confine tunisino-libico e sotto il sole cocente, negando l’accesso alle associazioni e ai cittadini che hanno cercato di aiutarle” si legge in un comunicato sottoscritto da 36 ong.

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