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Sviluppo e migrazioni, alla Conferenza internazionale sul Mediterraneo non si parla di diritti

Premier, capi di stato e ministri degli esteri di paesi strategici come Libia, Tunisia, Egitto, Algeria si sono ritrovati a Roma per la Conferenza su sviluppo e migrazione. Ad aprire i lavori la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Tra Europa e Mediterraneo ci deve essere un dialogo tra pari” ha affermato là premier sottolineando durante il punto stampa al termine della Conferenza che “La conferenza ha superato le nostre aspettative” spiegando che il successo è dovuto alla “partecipazione straordinaria” e alle “conclusioni sottoscritte da tutti gli stati, che sono tutto importanti”.
Tra gli incontri bilaterali della Meloni quello con il primo ministro algerino, Aimen Benabderrahmane appare strategicamente il più importante.
I due capi di governo hanno ribadito le ottime relazioni tra Italia e Algeria. Benabderrahmane, si apprende da fonti diplomatiche, ha posto l’accento sul lavoro di “controllo dei confini” che l’Algeria “fa anche per l’Europa”. Meloni ha ringraziato l’Algeria e affermato che i rapporti “sono un modello e sono destinati a migliorare sempre di più'”.
La premier ha manifestato grande entusiasmo per la conferenza affermando che “l’odierna iniziativa alla Farnesina non serviva solo a parlare, ma è l’avvio del “Processo di Roma”. Nazioni che finora non avevano collaborato ora capiscono che gli interessi ora sono convergenti e occorre cooperare. Parlo di Processo perché ci diamo un percorso ampio,è l’inizio di un percorso strategico, altri Paesi verranno coinvolti, e il lavoro sarà pluriennale.Con i Paesi africani l’approccio non deve essere predatorio né paternalistico”.
Di grande rilevanza, sempre a margine della meeting, anche l’incontro tra il premier del governo di unità nazionale della Libia Abdulhamid Dbeibah e il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohamed bin Zayed Al Nahyan incentrato sugli sviluppi politici regionali e internazionali.
Secondo una dichiarazione dell’ufficio stampa del premier libico, i due leader hanno discusso le modalità per consolidare e rafforzare le relazioni e le aree di cooperazione tra i due Paesi e hanno elogiato la ripresa del traffico aereo diretto tra la Libia e gli Emirati Arabi Uniti, sottolineando “la necessità di continuare a sviluppare le relazioni e migliorare le prospettive di cooperazione tra i due Paesi.”.
Ma alla conferenza, oltre agli accordi per il contenimento dei flussi migratori di è parlato anche dei diritti della moltitudine di potenziali richiedenti asilo?
Secondo il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Massimo Aczrbo, e  Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione, per nulla sostenendo che con la Conferenza internazionale su migrazione e sviluppo «si passa dal blocco navale a quello delle frontiere ».
La dichiarazione finale del summit per gli esponenti di sinistra «al di là di frasi prive di sostanza, afferma l’impegno maggiore per il contrasto agli ingressi forzatamente illegali per scelta dei governi. Venti i Paesi partecipanti, i cui governi, in gran parte, non offrono, reali garanzie democratiche o sono dittature. Quello che si vuole avviare è il “Processo di Roma”, con la benedizione UE di Ursula Van der Leyen, che si traduce in investimenti europei e dei Paesi del Golfo che dovrebbero portare pace e sviluppo, in cambio della disponibilità dei Paesi di transito ed emigrazione a “fermare i trafficanti”, ovvero blindare le frontiere e limitare, con ogni mezzo, alle persone non “utili all’economia” di entrare in Europa. Non basta dichiarare che saranno aumentati gli ingressi regolari in UE, a cui sono contrari altri Stati membri, non invitati alla Conferenza. Gran parte delle risorse saranno impiegate a esternalizzare le frontiere. Al punto che i rappresentanti tunisino e libico, hanno dichiarato indisponibilità a divenire “paesi di contenimento” dall’Africa Sub Sahariana. Giorgia Meloni ha parlato di diritti, di protezione, di garanzie, salvo poi ribadire l’inviolabilità dei confini. La bufala del blocco navale è stata ormai accantonata, si prosegue sulla linea dell’esternalizzazione delle frontiere che è condivisa da Commissione.Durante la Conferenza, alcuni giornali hanno mostrato la foto straziante di una madre morta con sua figlia nel deserto, abbandonate come scarto umano. Morti che, come quelle in mare, sono la normalità. Più che il “Processo di Roma”, sarebbe ora che da noi, si celebrasse il giusto processo, ai colpevoli di una strage infinita. Sono tanti gli imputati, alcuni si definiscono anche di sinistra, ma il migranticidio li accomuna ».

 

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