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Mali, represse le proteste. Coinvolte guardie del corpo presidente Corte costituzionale

n neanche un mese, grazie al coraggio di molti testimoni oculari che hanno deciso di raccontare cos’avevano visto, Amnesty International è riuscita a ricostruire la violentissima repressione delle proteste del mese scorso a Bamako, la capitale del Mali.

Le proteste erano state organizzate dal “Movimento del 5 giugno – Unione delle forze patriottiche” per chiedere le dimissioni del presidente Ibrahim Boubacar Keita, responsabile secondo i leader dell’opposizione del malgoverno e di brogli elettorali.

L’11 luglio sono state uccise 11 persone, alcune delle quali neanche stavano prendendo parte alle manifestazioni come un ragazzo che lavorava a un autolavaggio o un medico chiamato a soccorrere i feriti.

E tra coloro che hanno aperto il fuoco, hanno dichiarato unanimemente i testimoni, vi sono le guardie del corpo di Manassa Danioko, presidente della Corte costituzionale.

Le forze di sicurezza, come hanno riferito i testimoni, hanno sparato dall’interno di palazzi istituzionali, come quello dell’Assemblea nazionale.

Un altro grave episodio ricostruito da Amnesty International riguarda l’assalto alla moschea dell’imam Mahmoud Dicko da parte della Forsat, una squadra speciale antiterrorismo. Un fatto così inquietante da aver persino spinto il primo ministro a chiedere al ministro della pubblica sicurezza chi avesse dato l’ordine di far intervenire la Forsat.

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