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RDCongo, ultimi due giorni di campagna elettorale

Nella Repubblica Democratica del Congo, ieri la CENI (la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente) ha diffuso un comunicato rivolto ai candidati alle elezioni presidenziali e alle elezioni legislative nazionali e locali (provinciali, urbane e comunali) del 20 dicembre, in cui raccomanda alcuni comportamenti da tenere a partire dalla chiusura della campagna elettorale, fissata per lunedì 18 dicembre a mezzanotte in tutto il Paese.

Per tale ragione, la CENI ricorda che i manifesti e i documenti di propaganda devono essere rimossi 24 ore prima dell’inizio delle operazioni in un raggio di 100 metri dal centro elettorale e che è vietata la distribuzione di qualsiasi documento di propaganda il giorno dello scrutinio. Inoltre, nei seggi elettorali è vietato indossare abiti con l’effigie dei candidati o i loghi dei partiti.

Infine, la Commissione Elettorale congolese raccomanda a tutti i candidati di continuare ad avere il comportamento civico tenuto fino ad ora durante la campagna elettorale, sebbene ci siano stati anche alcuni casi di violenza. La raccomandazione di essere responsabili durante le votazioni, dopo la votazione e al momento della pubblicazione dei risultati è di prassi, tuttavia la tensione è alta perché queste elezioni sono considerate una sorta di prova di maturazione della democrazia congolese, superando la quale il Paese potrebbe realmente intraprendere la svolta che tutti chiedono.

Le sfide della CENI sono tante: organizzare queste elezioni è stato (ed è ancora) un processo lungo, delicato e di equilibri precari. Tra le difficoltà più grandi ci sono quelle logistiche, finanziarie e di sicurezza, soprattutto nelle località più isolate o sconvolte dal conflitto armato, come nelle province orientali. A tal proposito, la Commissione Elettorale ha chiesto supporto alla MONUSCO, la missione di peacekeeping delle Nazioni Unite, ormai ai suoi ultimi giorni nella RDCongo.

Cinquanta tonnellate di materiale elettorale sono state finora trasportate in varie località dell’Ituri, del Nord e del Sud Kivu. Secondo Bintou Keita, capo della MONUSCO, fino ad ora il processo elettorale è stato piuttosto positivo, “con segni tangibili di inclusività, tuttavia l’opposizione e la società civile continuano a nutrire serie preoccupazioni per la pubblicazione delle liste elettorali, che non è stata effettuata ovunque, come previsto dalla legge“, e per la difficoltà di tanti elettori nell’ottenere duplicati delle proprie tessere elettorali.

Keita ha anche affermato che sebbene la campagna elettorale sia iniziata in modo relativamente pacifico, successivamente si sono verificati scontri violenti tra sostenitori di partiti politici rivali. Inoltre, ha aggiunto, si registrano numerosi casi di misoginia: “le leader e le candidate politiche donne hanno subito intimidazioni e attacchi misogini fisici e verbali volti a scoraggiare la loro piena e attiva partecipazione alla vita pubblica“. Infine, la rappresentante ONU ha espresso anche preoccupazione per la proliferazione della disinformazione e dell’incitamento all’odio, online e offline, nel contesto della campagna elettorale congolese, invitando tutte le parti interessate ad astenersi da tali pratiche.

A questo proposito, la CENI ha diffuso vari video sui socialmedia per favorire la partecipazione al voto e per spiegare come votare elettronicamente, oltre che in maniera cartacea:

Infine, la ASADHO, l’Associazione per la Promozione della Democrazia e dei Diritti Umani, ha promosso la campagna “Non posso vendere la mia voce per un abito”, soprattutto nella provincia di Maniema. L’attenzione è posta al senso del voto, che è un diritto/dovere di ciascun congolese e, pertanto, non va barattato in alcun modo, ha spiegato il presidente dell’associazione, Yango Katchelewa. Secondo molti, infatti, in tutto il Paese si starebbero registrando casi di corruzione elettorale, in cui alcuni candidati alle elezioni starebbero “comprando” i voti degli elettori promettendo loro “abiti, saponi, cappelli e così via, ma poi non mantengono mai le promesse“, ha spiegato Katchelewa.

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