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Mali, attentato a sicurezza: arrestati 5 funzionari governo

Tensione sempre più alta in Mali, dove i militari non sembrano orientati a cedere il potere.
Le autorità giudiziarie del Mali hanno formalmente accusato cinque funzionari di aver minato la sicurezza dello Stato.
I cinque sospetti, secondo quanto riferisce l’emittente francofona “Rfi”, ripresa dall’agenzia Nova, fanno parte delle sette persone arrestate la scorsa settimana dagli agenti della sicurezza statale, di cui due sono state rilasciate: si tratta di Sekou Traorè, capo di gabinetto della presidenza con il grado di ministro, e di Souhahebou Coulibaly, direttore dell’Agenzia di gestione dei fondi di accesso universale (Agefau), il quale ha persino ripreso il suo lavoro al palazzo presidenziale.
Le altre persone arrestate sono state trasferite invece al Campo 1 della gendarmeria di Bamako dopo essere state detenute per diversi giorni senza alcuna procedura legale.
Il loro caso è stato quindi portato in tribunale. Si tratta di due alti dirigenti del ministero Tesoro, del direttore del Pmu (Société du Pari Mutuel Urbain), Vital Robert Diop, del giornalista radiofonico e militante dell’opposizione Mohamed Youssouf Bathily, alias Ras Bath, nonche’ del vicedirettore dell’agenzia statale Agefau, Aguibou Tall, fratellastro dell’ex premier Boubou Cissé.
Intanto l’Onu ha diffuso un rapporto sui crimini commessi nel paese dai militari.
Tre ispettori delle Nazioni Unite hanno informato il Consiglio di sicurezza di avere prove che le forze di difesa del Mali abbiano compiuto crimini di guerra e che i miliziani jihadisti e altri gruppi armati siano responsabili di crimini contro l’umanità nel periodo compreso tra il 2012 e il 2018. Le accuse sono contenute in un rapporto di 338 pagine della Commissione internazionale d’inchiesta composta da Lena Sundh, svedese, Simon Munzu, camerunese, e Vinod Boolell, mauritano.
Le loro conclusioni non sono state ancora rese pubbliche e nel rapporto, visto oggi dall’Afp, si parla di “fondati motivi” per credere in gravi reati e si raccomanda l’istituzione di un tribunale per i crimini internazionali. Circa le forze di difesa e di sicurezza, il rapporto cita “crimini di guerra, che comprendono la violenza sulla vita e la persona di civili” sospetti di cooperazione con gruppi armati, mentre per i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra commessi dai gruppi armati, il rapporto parla di “omicidio, mutilazione e altro trattamento crudele, stupro e altre forme di violenza sessuale, presa degli ostaggi e attacchi contro il personale di organizzazioni umanitarie e di Minusma”, nome della missione di pace dell’Onu nel Paeee.

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