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Etiopia, rappresentante UA per il Corno d’Africa a Macallè incontra leader Tplf

L’alto rappresentante dell’Unione africana per il Corno d’Africa, Olusegun Obasanjo, ha incontrato oggi a Macalle’ il leader del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tplf), Debretsion Gebremichael, per cercare una soluzione pacifica alla guerra in Etiopia. Lo ha reso noto su Twitter il portavoce del Tplf, Getachew Reda. “E’ nostra speranza e aspettativa che ora ci sia una comprensione piu’ chiara di cosa siano le persone e l’esercito del Tigre’ dopo la loro avanzata sulla capitale Addis Abeba. Debretsion ha anche delineato a Obasanjo cio’ che pensa sia necessario per far capire al regime di Abiy (Ahmed) che non puo’ uscire dalla crisi in cui ha trascinato il Paese. Entrambi hanno concordato di continuare a impegnarsi nella ricerca della pace e della stabilita’ nel Paese”, ha affermato Reda. “Il presidente Debretsion ha espresso la disponibilita’ a continuare a cooperare con Obasanjo negli sforzi in buona fede di quest’ultimo per la pace e la stabilita’ nel Corno”, ha aggiunto.
La visita di Obasanjo giunge in concomitanza con quella dell’inviato speciale degli Stati Uniti per il Corno d’Africa, Jeffrey Feltman, che ieri si e’ recato nuovamente in Etiopia dove restera’ fino a sabato prossimo nel tentativo di mediare fra le parti in conflitto. Durante la sua permanenza, riferisce il dipartimento Usa in una nota, Feltman incontrera’ alti funzionari del governo, rappresentanti dell’Unione africana e altri partner internazionali “per discutere le opportunita’ che promuovono una cessazione negoziata e sostenibile delle ostilita’ e la fine del conflitto”. Gli Stati Uniti – prosegue la nota – restano impegnati a promuovere un’Etiopia prospera e in pace, e a garantire che gli aiuti umanitari salvavita raggiungano tutti i cittadini etiopi bisognosi. Il viaggio segue quello effettuato da Feltman in Etiopia lo scorso 4 novembre, quando e’ stato ricevuto dal presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat. Nel corso dei colloqui, come riferito dallo stesso Mahamat sul suo profilo Twitter, le due parti hanno avuto “uno scambio di opinioni sugli sviluppi in Etiopia e Sudan, compresi i nostri rispettivi sforzi con gli attori nazionali e regionali che lavorano per il dialogo e soluzioni politiche”.
Nonostante gli sforzi messi in atto dal governo Usa, dall’Unione africana e da altri Paesi regionali, i tentativi di mediazione non hanno finora dato risultati positivi. Nel corso della sua visita in Kenya, anche il segretario di Stato Usa Antony Blinken e’ tornato a chiedere la cessazione delle ostilita’ in Etiopia, dove la guerra civile minaccia di destabilizzare il Paese del Corno d’Africa e l’intera regione. Parlando da Nairobi, dove ha dato il via al suo tour africano che lo ha portato oggi in Nigeria e lo vedra’ successivamente in Senegal, Blinken non ha specificato se le violenze etniche in corso in Etiopia possano configurare un genocidio, tuttavia ha ribadito che ci saranno delle conseguenze per i brutali attacchi contro i civili denunciati dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni per i diritti umani. “Il fatto e’ che abbiamo visto, e continuiamo a vedere, atrocita’ commesse, persone che soffrono”, ha detto Blinken in una conferenza stampa congiunta con la ministra degli Esteri del Kenya, Raychelle Omamo. “Indipendentemente da come le chiamiamo, devono cessare. Ci deve essere responsabilita’ e siamo determinati affinche’ ci sara’”, ha affermato il segretario di Stato. Il conflitto in Etiopia, ha aggiunto, rappresenta un pericolo non solo per l’Etiopia, ma per l’intera regione, ed e’ pertanto una fonte “di profonda preoccupazione per noi e per i nostri partner, anche qui in Kenya”. 

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