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Mancanza d'acqua in Tigray Etiopia per 3,5 milioni di persone.

Etiopia, gli ospedali del Tigray continuano a chiudere per mancanza delle forniture sanitarie

All’inizio di giugno 2022, l’Ayder Referral Hospital, a Mekellé, nello stato regionale del Tigray, Etiopia settentrionale, aveva annunciato di essere stato costretto a chiudere i battenti per mancanza di carburante e servizi vitali.

Tutt’ oggi, nonostante la “tregua umanitaria” dichiarata dal governo centrale è ancora ostacolata e bloccata da volontà politiche che determinano un limbo di agonia per milioni di etiopi confinati nel Tigray. Il blocco sull’accesso umanitario “de facto” per 9 mesi prima della tregua umanitaria, era stato denunciato più volte dalle Nazioni Unite.

Tutto questo è conseguenza della guerra scoppiata in Tigray il novembre 2020 in totale blackout elettrico e comunicativo. Nessuno è potuto uscire o entrare. Nemmeno giornalisti o operatori indipendenti per approfondire cosa stava avvenendo sul campo. Ancora oggi la regione è confinata e sotto assedio. Ad occidente il territorio rivendicato dal governo regionale Amhara, a oriente, zona di Irob invasa ed ancora occupata dalle truppe eritree. Nella zona del Tigray occidentale sono state denunciate attività di pulizia etnica nei confronti dei tigrini residenti da parte delle forze speciali amhara e dalle milizie Fano, come documentato da report congiunto Amnesty International e HRW – Human Right Watch. I soldati eritrei, supportati da reclute somale obbligate inconsapevolmente a partecipare ad una guerra non loro e utilizzate come carne da cannone al fronte, si sono macchiate di crimini di guerra, accusati di stupri e distruzione, saccheggio. Sono stati uccisi più di una ventina di operatori umanitari.

Sono avvenuti attacchi aerei e per mezzo droni, armamenti governativi etiopi, per fermare quelli che considera terroristi, ovvero i membri e tutti i sostenitori del partito TPLF – Tigray People’s Liberation Front. I raid aerei hanno ucciso decine di migliaia di civili, etiopi di origine tigrina, hanno colpito campi IDP ed ucciso anche rifugiati eritrei tra cui bambini. Droni forniti dalla Turchia di Erdogan, droni cinesi e di fattura iraniana. Per l’insicurezza dell’area le realtà umanitarie si sono dovute ritirare. D’altro canto a metà 2021 anche il governo centrale ha fatto ostruzionismo denunciando alcune di queste colluse con il TPLF e quindi bloccate o espulse. Presa di posizione che ha lasciato letteralmente per strada migliaia di pazienti, che MSF curava in Tigray, ma anche in altre parti dell’ Etiopia, lasciandoli così in balia degli eventi.

Oggi, come la fornitura di materiale umanitario, sono ancora bloccati elettricità e conti bancari. I prezzi dei beni di prima necessità sono andati alle stelle. Gli opertori sanitari, medici, infermieri, sono mesi che non percepiscono lo stipendio. Sono alla fame come il resto delle persone.

Acqua è vita. In Tigray manca l’acqua.

Il 3 giugno, UNCOCHA ha riferito che “circa 9.300 punti d’acqua, più del 54% dei 17.080 punti d’acqua in Tigray non sono funzionali, influendo sull’accesso di oltre 3,5 milioni di persone all’acqua potabile”

Mancanza d'acqua in Tigray Etiopia per 3,5 milioni di persone.
Mancanza d’acqua in Tigray Etiopia per 3,5 milioni di persone.

Manca il carburante: inviato dal governo centrale il quantitativo giusto solo per far tornare i camion al mittente. Se manca il carburante, tutto il materiale consegnato a Mekellé non potrà venir distribuito capillarmente nel territorio. Se già prima della guerra, 20 mesi fa, il Tigray come conformazione geografica per la quasi totalità è caratterizzato da aree rurali e poco accessibili, in stato di guerra e come conseguenza ne ha bloccato l’acceso totalmente. Conflitto che ha prodotto crimini di guerra, contro l’umanità, fame e stupro come armi, repressione e arresti di massa su gli etiopi di origine tigrina: persone di ogni età, sesso e ceto sociale.

Come Focus On Africa stiamo cercando di documentare e raccogliere informazioni sui tanti campi di prigionia sparsi per l’Etiopia da segnalare alle realtà competenti (come Amnesty Italia), in cui languono decine di migliaia di tigrini in condizioni infernali.

Uno di questi campi di prigionia è a Semera, regione Afar (1). Sarebbero più di 14.000 le persone, uomini, giovani, donne, bambini ed anziani a vivere in agonia senza supporto medico. Campo a cielo aperto, senza possibilità di riparo. Gli arresti di massa e la detenzione, per le modalità attuate dai funzionari di polizia etiope, sono stati confutati e denunciati da HRW come lesivi del diritto umanitario.

 

Ci si chiede se nei colloqui avvenuti il 12 giugno tra il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, il Premier etiope Abiy Ahmed Ali abbia fatto menzione di questi campi di prigionia al nostro funzionario in missione tra Etiopia e Kenya.

Ancora oggi, nonostante la comunità occidentale supporti i buoni propositi del governo etiope sulla “tregua umanitaria”, sulla possibilità di accordi di pace ancora non c’è una tangibile svolta positiva per i milioni di tigrini: più passa il tempo è più la situazione si deteriora.

Da sottolineare, come riportato da MSF – Medici Senza Frontiere, il saccheggio e la distruzione dell’80% degli ospedali e delle strutture sanitarie: si può imputare a crimine di guerra.

Nel giugno 2021 è arrivata la testimonianza di un operatore di MSF Canada, Joe Belliveau:

“Durante il mio recente incarico di 5 settimane in Tigray , non ho trovato una sola stanza in una singola struttura sanitaria fuori dalle grandi città che non sia stata saccheggiata”

Read Joe’s journal from Tigray (2) : Questo è il diario in cui Joe Belliveau ha documentato tutte le atrocità e la disumanità che ha visto in Tigray.

Oggi è il 90% dei più di 6 milioni di etiopi che vivono in Tigray ad essere dipendenti ed aver bisogno del supporto umanitario. La tregua indetta dal governo etiope, da marzo a giugno 2022 non è riuscita a raggiungere il 10% del target di persone bisognose.

Oltre all’ Ayder Referral Hospital, punto di eccellenza sanitaria pre bellica in Tigray, ma anche per migliaia di persone delle regioni vicine Afar e Amhara, la lista delle strutture sanitarie che hanno chiuso è allarmante e sta aumentando (3):

  • Ospedale di Adigrat
  • Ospedale di Axum
  • Ospedale di Wukro
  • Ospedale Mekoni

Il Quiha General Hospital, nella periferia di Mekellé, unico ospedale terziario (struttura di livello specializzato ed altamente tecnico per l’assistenza sanitaria) del Tigrai, afferma di non essere più in grado di eseguire interventi chirurgici poiché le scorte mediche continuano a scarseggiare.

Il Direttore Sanitario ha affermato che la massiccia distruzione delle infrastrutture sanitarie durante l’occupazione da parte delle forze etiopi e dei loro alleati dall’Eritrea, è stato seguito da un assedio lungo un anno che ha indebolito la struttura in uno stato in cui potrebbe essere costretta a interrompere la fornitura di servizi ai suoi pazienti.

Il direttore medico dell’ospedale, il dottor Kirbom Tewolde, ha affermato a Tigrai TV che l’ospedale ha solo il 33% delle forniture mediche necessarie in magazzino e sarà costretto a chiudere i battenti se le attrezzature non saranno messe a disposizione al più presto alla struttura.


Sources:

1) Foto del campo di detenzione a Semera, Afar di Gebremeskel Gebremariam via Twitter:

2) Tim Vanden Bempt via Twitter:

3) @FitwiDesta via Twitter:

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