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Etiopia, Luigi Di Maio in Etiopia dopo 16 mesi di pianificazione.

Etiopia, Luigi Di Maio in viaggio diplomatico dopo 16 mesi di pianificazione

Il ministro degli esteri Luigi Di Maio il 12 giugno 2022 è atterrato in Etiopia, ad Addis Abeba per incontri diplomatici con il governo etiope.

Mistretta già nel marzo 2021 aveva dichiarato una potenziale pianificazione per una missione del ministro degli esteri in Etiopia: “Stiamo lavorando all’ipotesi di una visita in Etiopia del ministro degli Esteri. L’Italia segue con grande attenzione gli sviluppi del conflitto nel Tigray.”

Scopo principale del viaggio diplomatico sarebbe stato quello di accertarsi sulla situazione di guerra e catastrofica dal punto umanitario che affliggeva ed ancora persiste in Tigray, lo stato regionale settentrionale etiope.

Viaggio mai avvenuto. E’ stato anticipato dopo 11 mesi da una delegazione etiope in Italia con partavoce il vice primo ministro e ministro degli esteri Mekonnen che ha incontrato la vice ministra Marina Sereni.

Sono passati 16 mesi dalla dichiarazione non attuata di Mistretta ed in queste ore il Ministro Di Maio è in suolo etiope. Come recita uno stralcio del comunicato sul sito degli Esteri italiano:

“Ad Addis Abeba il Ministro Di Maio incontrerà, tra gli altri, la Presidente della Repubblica Sahle Work Zewde, il Primo Ministro Abiy Ahmed, e il Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri Demeke Mekonnen. L’Italia vanta con l’Etiopia, Paese prioritario per la nostra Cooperazione, relazioni bilaterali storiche e intense e una tradizionale collaborazione in ambito culturale ed economico-commerciale. Nel corso della missione è anche previsto un incontro con i rappresentanti della comunità d’affari italiana.”

Viaggio e missione del governo italiano e dei progetti di cooperazione incentrati particolarmente sullo sviluppo economico, la crescita e gli accordi bilaterali tra Italia ed Etiopia: una potenziale via di acceso ed agevolazioni anche per tutte quelle aziende italiane che volessero investire in territorio etiope.

Un comunicato dal ministero delle finanze etiope condiviso da Addis Standard fa sapere che:

“Un accordo di prestito agevolato per 22 milioni di euro (circa 1,23 miliardi di ETB) è stato firmato oggi 13 giugno 2022 tra la Repubblica Federale Democratica d’Etiopia e la Repubblica Italiana.

I finanziamenti stanziati saranno utilizzati per sostenere lo sviluppo dei parchi agroindustriali integrati Bulbula, Bure, Yirgalem e Ba’eker (IAIP) e la vicinanza dei centri di trasformazione rurale (RTC), per creare posti di lavoro nelle aree rurali del paese provare, aumentare i redditi degli agricoltori, generare entrate da esportazione, sostituire le importazioni di beni agrotrasformati e contribuire alla crescita economica e alla trasformazione strutturale.

Le principali attività che saranno svolte dall’intervento sono il potenziamento delle capacità delle Corporazioni di sviluppo del Parco Industriale Nazionale e Regionale, il potenziamento delle capacità organizzative e imprenditoriali delle organizzazioni di agricoltori e investitori privati, creando collegamenti tra organizzazioni di agricoltori e agro-trasformatori attraverso accordi contrattuali innovativi (agricoltura contrattuale, fornitura contratti, ecc. ), Costruzione e attrezzatura di centri di eccellenza negli IAIP e facilitazione del credito per attrezzature per le piccole e medie imprese manifatturiere nelle catene di valore selezionate.

L’intervento migliorerà il coinvolgimento dei settori privati nei Parchi Agro-Industriali integrati e nei Centri di trasformazione rurale, e la loro competitività nel mercato interno e internazionale, in linea con l’Economia Home-Grown in Agenda di riforma economica e il piano di 10 anni di sviluppo dell’Etiopia.

L’accordo di prestito è stato firmato dal sig. Ahmed Shide, ministro delle Finanze, e dal sig. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale dell’Italia a nome, rispettivamente, della Repubblica Federale Democratica d’Etiopia e del Governo italiano.”

Il Tigray oggi vive una catastrofe umanitaria in atto, ancora assediato e confinato a se stesso, in attesa di aiuti umanitari per cui dipende il 90% di più di 6 milioni di etiopi, di tigrini di quella regione. Senza linee telefoniche ed internet attive e con i conti correnti bloccati. La guerra iniziata il novembre 2020 si è svolta in totale blackout: terreno in cui si sono perpetrati crimini di guerra e contro l’umanità. Il resto del nord Etiopia, regione Amhara e Afar sono state inglobate nella crisi umanitaria prodotta dalla guerra che in quelle zone ha prodotto ad oggi milioni di sfollati interni.

Accordi di cooperazione, crescita e sviluppo sono ben accetti, ma non sono la soluzione e non possono sostituirsi agli strumenti ed alle azioni che permettono di mettere in salvo i milioni di etiopi bisognosi e dipendenti di supporto alimentare e sanitario. Dove non viene rispettato prima di tutto il diritto umanitario non potrà mai esserci stabilità, pace ed unità durature di un Paese.

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