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Delitto Attanasio/Iacovacci/Milambo, chiesta la pena di morte per gli imputati

Una requisitoria durissima, nulla che non fosse atteso. Il procuratore del tribunale militare di Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo, Bamusamba Kabamba, ha chiesto il massimo della pena per i sei imputati nel processo per l’uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista del World food programme Mustapha Milambo.
Erano 20 anni che una tale richiesta non veniva avanzata in un processo per caso di “sicurezza nazionale” come è stato considerato l’agguato del 22 febbraio del 2021. Da tempo però le pene capitali non vengono più applicate e sono commutate in ergastolo.

Il procuratore Kabamba è stato molto duro nei confronti dei sei uomini sul banco degli imputati nonostante non siano state prodotte prove certe della loro colpevolezza, a parte delle iniziali confessioni ritrattate durante il processo. “Le vittime sono state rapite, trascinate in profondità nella foresta prima di essere giustiziate” ha detto il procuratore militare nella sua requisitoria davanti al tribunale militare della guarnigione di Kinshasa-Gombe, situato all’interno della prigione militare di Ndolo.
Cinque dei sei imputati sono attualmente in custodia, mentre un sesto è in fuga e viene processato in contumacia.
Tutti e sei sono accusati di “omicidio, cospirazione, possesso illegale di armi e munizioni di guerra”.
Attanasio, Iacovacci e l’autista Milambo secondo l’accusa sono stati uccisi dopo essere stati oggetto di un tentativo di rapina vicino al Parco Nazionale Virunga nella provincia del Nord Kivu.
Durante le udienze, l’accusa ha descritto  gli imputati come membri di una “banda criminale”, che inizialmente non intendeva uccidere l’ambasciatore, ma rapirlo e chiedere un milione di dollari per il suo rilascio.
Gli imputati presenti alle udienze, arrestati tra gennaio e marzo 2022, hanno negato i fatti durante tutto il processo affermando che le confessioni iniziali erano state estorte sotto tortura.
Le  arringhe della difesa sono attese per sabato 11 marzo, dopodiché sarà emessa la sentenza.

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