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Nigeria, arcivescovo emerito di Abuja: “Esito del voto tragicamente discutibile”

Un coro di voci sia locali che internazionali criticano le elezioni presidenziali della Nigeria e affermano che per molti aspetti non sono riuscite a soddisfare le aspettative di gran parte del popolo nigeriano. Ci sono state pesantissime critiche sul modo in cui la commissione elettorale INEC ha lavorato durante le elezioni e allo stesso modo non ha reagito alle accuse di frode elettorale anche dopo rimproveri e denunce sulle molteplici irregolarità. Mentre UE e Stati Membri si rimettono alle valutazioni della missione osservatori elettorali dell’UE altri osservatori internazionali tra cui più recentemente l’ambasciatrice degli Stati Uniti in Nigeria Mary Beth Leonard e i principali partiti di opposizione hanno affermato che il voto non è stato all’altezza della aspirazioni democratiche dei nigeriani, il PDP e il Partito dei Laburisti si sono rifiutati di accettare i risultati ufficiali. Oggi il secondo classificato alle elezioni Atiku Abubakar ha guidato una marcia verso il quartier generale dell’INEC ad Abuja mentre l’Ambasciatore degli US ha aggiunto la sua voce al coro dei critici.
L’arcivescovo emerito della Chiesa Cattolica della diocesi di Abuja il cardinale John Onaiyekan ha descritto l’esito del sondaggio come tragicamente discutibile “l’ ambasciatrice Mary Leonard ha dichiarato che le elezioni sono state molto al di sotto delle aspettative dei nigeriani e non solo dei giovani. Fino ad oggi il popolo non ha avuto fiducia nel sistema elettorale. Tutti pensavano che questa volta le elezioni sarebbero state un’opportunità per il popolo nigeriano di avere un reale cambiamento nel sistema. Ma ciò che è successo in INEC durante le elezioni, a partire dal presidente e adi legali che insinuavano che tutto sarebbe andato bene, ha lasciato incertezze sul lavoro svolto da INEC”.
“La Conferenza Episcopale della Nigeria ha sollevato non dubbi ma cautele sull’uso della tecnologia e ciò è confermato dai vari comunicati pubblicati, è chiaro che la tecnologia da sola non può garantire un’elezione libera ed equa e che la sola cosa che può garantire un’elezione libera e onesta è una gestione onesta della stessa tecnologia utilizzata.”
“Non voglio dire che le nostre speranze siano terminate altrimenti sarebbero finite per sempre ma voglio credere che si possa fare qualcosa dicendo ai giovani di continuare a credere che la Nigeria può farcela. Questa è la cosa più rilevante. Non importa come andranno a finire le cause giudiziarie è importante invece che si ammetta che qualcosa è andato storto e senza ammettere che queste sono state le migliori elezioni che siano mai state fatte in Nigeria. Sono un religioso e credo nella voce della coscienza. Il problema è che quelli che hanno fatto di tutto per deludere le aspettative della nostra gente hanno aperto un caso con Dio. Per come stanno le cose dico che dobbiamo porre la nostra fiducia nella Corte Suprema, sono d’accordo con Peter Obi che ha detto di avere fiducia nel tribunale basandosi sulla sua personale esperienza che ha avuto in passato. Peter Obi è fiducioso che il tribunale esaminerà nel modo più consono. Dunque una Nazione non può perdere la fiducia nella sua magistratura e se così fosse significa solo che la Nazione non esiste più. Quando la Corte Suprema avrà dato il suo giudizio finale allora sarà quella la fine del processo elettorale e il termine reale delle elezioni.”
Purtroppo ci saranno delle conseguenze morali per quanto è successo.
Coloro che hanno tradito la propria coscienza in questo processo trasformando la nazione in un caos terribile avranno conseguenze morali. Ma una nazione che zoppica nel suo cammino elettorale non può aspettarsi di muoversi bene e i primi che ne subiranno le conseguenze saranno i più poveri purtroppo. Dovremmo rivedere tutto il nostro processo elettorale e ci sono Paesi vicino al nostro che affrontano il problema elettorale e lo portano a termine prima che le votazioni abbiano termine.
Se Bola Tinubu prende giuramento come presidente alla fine di maggio, dovrà lavorare sia per quelli che non lo hanno votato e sia per quelli che lo hanno votato. Non come in passato in cui se una Stato Federale non aveva votato o aveva votato solo in alcuni luoghi gli aiuti sarebbero stati dati ad esclusione delle aree che non avevano votato o votato contro.

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