Skip to content

Tunisia e migranti: l’Europa in ginocchio dal tiranno Saied

La Ue si inginocchia al tiranno di turno nell’assoluto spregio dei diritti umani.

L’accordo economico siglato dal tridente europeo Meloni-Von der Leyen-Rutte prevede un versamento, subito, di 150 milioni di euro a sostegno del governo nordafricano mentre, per i restanti 900 milioni, la Commissione ha ribadito che aspetterà lo sblocco dello stallo tra Tunisi e il Fondo Monetario Internazionale, chiamato ad erogare prestiti per 1,9 miliardi in cambio di adeguate riforme.

I cinque pilastri del Memorandum – assistenza macrofinanziaria, relazioni economiche, cooperazione energetica, migrazione, contatti tra le persone sono un mix velenoso e pernicioso di accordi che prevedono, insieme alla cooperazione sul contrasto ai trafficanti, una forte accelerazione nei rapporti economici e nelle politiche di approvvigionamento di energia sostenibile.

Tutti felici e contenti. Naturalmente lo sono Meloni-Von der Leyen-Rutte (la più entusiasta è proprio la Meloni per la quale l’accordo rappresenterebbe il modello da esportare in altri Paesi nordafricani al centro delle rotte migratorie che hanno poi come punto d’arrivo l’Europa) e Saied che passa all’incasso, nel tentativo di salvare la Tunisia dal fallimento.

Ma sulla gestione delle migrazioni restano diversi nodi da sciogliere. Sebbene a Tunisi verranno consegnate 17 imbarcazioni riequipaggiate e otto nuove, nell’intesa non è infatti prevista una zona di salvataggio e assistenza (Sar) di competenza esclusiva del Paese, il che potrebbe non obbligare la Guardia costiera locale a interventi in caso di emergenza. Senza contare la questione del rispetto dei diritti umani dei migranti, che sembra non preoccupare più di tanto Saied. Anzi nella conferenza stampa congiunta di ieri il presidente tunisino ha attaccato proprio le ong, da cui arrivano fake news con l’obiettivo di danneggiare la Tunisia e il suo popolo. Oggi poi fonti Ue hanno specificato che l’intesa prevede il rimpatrio in Tunisia solo dei migranti irregolari tunisini e non di quelli di altre nazionalità arrivati nel territorio dell’Unione transitando dal Paese nordafricano” (Fonte Avvenire).

Se il tridente europeo delle meraviglie si mantiene diplomatico, ci pensa il solito loquace Ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, a scoprire le carte, ammettendo che Il blocco navale lo stiamo facendo con l’accordo con la Tunisia. Quindi questo è il vero obiettivo della Ue, il blocco navale. Ma non c’erano dubbi. E questo avviene nonostante le forti perplessità sull’accordo arrivate da voci della società civile per il rispetto dei diritti umani dei migranti.

L’accordo ha tutte le caratteristiche di quello già pienamente rodato con Turchia e Libia, in cui è evidente come gli interessi economici, il profitto e il guadagno siano prevalenti rispetto all’attenzione per le storie di migranti che attraversano il Mediterraneo e per i loro diritti.

Per intanto il Mediteranno continua a essere un cimiteroche non risparmia neppure i bambini. Secondo gli ultimidati diffusi dall’Unicef, sono almeno 289 i bambini morti o dispersi quest’anno in naufragi sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale dal Nord Africa all’Europa.

Nei primi tre mesi del 2023 sono inoltre stati 3.300 i bambini (il 71% di tutti quelli arrivati in Europa sempre su questa rotta) ad essere stati registrati come nonaccompagnati o separati.

Molti naufragi durante la traversata del Mediterraneo centrale non lasciano sopravvissuti o non vengono registrati, rendendo di fatto impossibile verificare il numero reale di morti.

Il Mediterraneo è un mare di morte. La politica migratoria europea continua a essere gestita come emergenza, chiudendo i porti. Il volto buono della Ue non è altro che il volto di Erode.

Credits foto Refugeesinlybia 

Torna su