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Tigray, MSF sospende attività sanitarie ad Abi Adi, Adigrat e Axum

Il Tigray è sotto attacco da 8 mesi di guerra genocida: il popolo tigrino, legittimato dal governo che ha dichiarato TPLF e suoi membri dei terroristi, sono potenzialmente tutti sospettati: possono essere fermati, schedati, portati in carcere in attesa di scoprire le generalità. Ad Addis Ababa anche in questi giorni continuano rastrellamenti di massa.
Il Tigray è stato e continua ad essere isolato dal resto del mondo, in blackout elettrico e delle comunicazioni: i soldati del’ ENDF, l’esercito di difesa federale del governo centrale, le milizie amhara e le truppe eritree alleate possono perpetrare il loro potere sulla popolazione tigrina con il benestare dell’isolamento regionale.
Anche le realtà umanitarie, i loro operatori e gli aiuti stessi non arrivano a tutti se non a una piccola percentuale di persone nei grossi centri e città: aiuti ed operatori bloccati dai movimenti sul territorio dagli stessi soldati e presi di mira e come target.
Si apprende da MSF – Medici Senza Frontiere che a seguito del brutale omicidio di tre membri del suo staff nella regione etiope del Tigray il 24 giugno, MSF chiede un’indagine immediata sugli omicidi e insiste affinché i lavoratori possono svolgere il proprio lavoro in sicurezza.
I tre membri del team di MSF che sono stati uccisi indossavano abiti che li identificavano come MSF e viaggiavano in un veicolo MSF chiaramente contrassegnato. Lavoravano nell’area dal febbraio 2021, dove erano impegnati esclusivamente in attività mediche e umanitarie, in linea con il diritto internazionale umanitario e in dialogo e accordo con tutte le parti.
“L’omicidio dei nostri colleghi – María, Tedros e Yohannes – è un tragico esempio del completo disprezzo per la vita umana a cui le nostre squadre hanno assistito in questo conflitto”, afferma Sancristoval. “I livelli di violenza contro i civili e le atrocità commesse nel Tigray sono assolutamente scioccanti”.
“A quasi due settimane dagli omicidi dei nostri colleghi, nessuno ha rivendicato la responsabilità e le circostanze della loro morte rimangono poco chiare”, afferma la direttrice delle operazioni di MSF Teresa Sancristoval.
“Ecco perché chiediamo un’indagine immediata da parte delle parti interessate per stabilire i fatti dell’incidente che ha provocato la loro morte e per fornirci un resoconto dettagliato di ciò che è accaduto e chi è stato responsabile. In questo momento terribile, abbiamo preso la decisione estremamente dolorosa ma necessaria di sospendere le nostre attività in diverse aree del Tigray”.
In risposta alle uccisioni quindi, MSF annuncia la sospensione delle sue attività ad Abi Adi, Adigrat e Axum, nel Tigray centrale e orientale. Le équipe di MSF in altre aree del Tigray continueranno con cautela a fornire assistenza alle persone che ne hanno urgente bisogno.
Dall’inizio del conflitto in Tigray nel novembre 2020, il personale medico e gli operatori umanitari sono stati presi come target, le strutture sanitarie, ambulanze distrutte, saccheggiate od occupate dai militari. Il perosnale di MSF è stato minacciato e picchiato e testimone di incursioni armate nelle strutture supportate da MSF.
Tutte le realtà umanitarie in Tigray compresa MSF, sono state attaccate anche con dichiarazioni pubbliche che hanno minato la loro credibilità insinuando e gettando sospetti sulle loro posizioni e sul loro operato mettendo a rischio le stesse realtà e persone che vi lavorano per salvare persone, vite.
Sancristoval afferma che MSF e tutte le altre realtà umanitarie in Tigray devono avere la garanzia di poter operare in totale sicurezza per il bene delle persone bisognose e per le loro stesse vite.
“Le parti in conflitto devono assumersi la responsabilità di garantire che un incidente come l’omicidio dei nostri colleghi non si ripeta mai più”, afferma. “È fondamentale che gli operatori umanitari e il personale medico possano svolgere in sicurezza le loro attività in un ambiente di fiducia e facilitazione. Le organizzazioni umanitarie devono poter fornire assistenza, in modo indipendente e imparziale, in base alle esigenze delle persone”.
La sospensione delle attività di MSF ad Abi Adi, Adigrat e Axum avrà importanti ripercussioni mediche e umanitarie per la popolazione del Tigray centrale.
Negli ultimi sei mesi, le équipe di MSF in queste tre aree hanno fornito cure mediche di emergenza a 9.440 persone; eseguito 763 interventi salvavita; ricoverato più di 3.000 persone per cure ospedaliere; ha aiutato più di 3.300 donne a partorire; eseguito 365 cesarei d’urgenza; ha fornito assistenza medica a 335 sopravvissute a violenze sessuali; ha fornito supporto per la salute mentale a 1.444 persone. Prima di sospendere le sue attività, le équipe di MSF hanno donato forniture mediche all’Ufficio sanitario regionale e agli ospedali, che rimangono sopraffatti dall’elevato numero di pazienti che necessitano di cure.
“La decisione di sospendere le nostre attività lascerà un vuoto nell’assistenza salvavita”, afferma Sancristoval. “Sappiamo che innumerevoli pazienti rimarranno incustoditi e alcuni di loro moriranno; sappiamo che il peso su quel poco che resta del sistema sanitario sarà schiacciante. Le nostre squadre devono poter fornire assistenza umanitaria in risposta ai bisogni delle comunità colpite dalla crisi in sicurezza”.

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