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Etiopia, tensioni alla frontiera Tigray Amhara. Reale rischio della ripresa dei combattimenti

Da stamattina tre divisioni del Tigray Defences Forces si stanno posizionando ai confini della vicina provincia di Amhara mentre il TPLF ha aperto una campagna di arruolamento a cui migliaia di giovani hanno risposto con entusiasmo. Gli uffici di reclutamento improvvisati a Mekelle e nelle principali città del Tigray sono affollati da giovani che si erano precedentemente nascosti per non farsi ammazzare dalle truppe federali ed eritree. Una fonte in loco afferma che ci vorranno dalle 3 alle 4 settimane per formarli. “Questi patrioti devono ricevere un addestramento militare adeguato per affrontare gli imminenti combattimenti” afferma la fonte.

Lunedì pomeriggio si sarebbe verificato uno scontro alla frontiera tra Tigray e Amhara. Unità di miliziani Amhara denominati Fano avrebbero tentato di entrare nella regione appena liberata e sarebbero stati respinti dalle forze del Tigray. Ufficiali del TPLF contattati non hanno confermato né smentito la notizia.

Presso la città di Aksum (uno degli epicentri di scontro nei mesi passati) il TPLF sta convergendo decine di camion pieni di soldati tigrini per contrastare ogni tentativo di offensive a partire dalla città Amhara di Gondar.

Secondo osservatori militari africani il dittatore eritreo Isaias Afwerki avrebbe chiesto alla dirigenza nazionalista Amhara di riaprire le ostilità in quanto teme che il TPLF possa invadere il suo paese e creare le condizioni per una rivolta sia popolare che all’interno dell’esercito eritreo decimato in questi 8 mesi di conflitto in Tigray. Fonti da Asmara avvertono che sta montando il malcontento popolare a causa di decine di migliaia di giovani morti sul fronte tigrino per una guerra che il popolo eritreo non ha voluto e non ha appoggiato.

Gli osservatori militari africani affermano anche che la dirigenza Amhara utilizzerà le sue forze paramilitari per riprendere la guerra in Tigray, creando un falso incidente per accusare le Forze di Difesa del Tigray di aver attaccato la regione Amhara e giustificare un’offensiva che viola il cessate il fuoco che loro stessi hanno proclamato tre ore dopo la caduta di Mekelle.

L’ideatore di questa nuova strategia richiesta dal regime di Asmara è Agegnehu Teshager, presidente dello stato regionale di Amhara. In una dichiarazione sul suo account Twitter ha affermato che “L’operazione è ancora in corso” riferendosi al conflitto in Tigray. Ha inoltre affermato che le forze speciali e le milizie Amhara sono preparate per respingere l’imminente offensiva del TPLF.

Alla TV nazionale Teshager ha dichiarato di aver delle prove inconfutabili che il TPLF sta per preparare degli attentati ad Addis Ababa e in altre città. Questa dichiarazione è tesa a giustificare l’ondata di arresti di cittadini etiopi di origine etnica tigrina coordinata dal capo della polizia segreta: Temesgen Tiruneh, la seconda eminenza grigia della direzione nazionalista Amhara che controlla il Prosperity Party e il Premier Abiy.

Nella sola giornata di lunedì circa 120 cittadini etiopi tigrinisono stati arrestati dalla polizia federale ad Addis Ababa e imprigionati presso il Comando di polizia di Yeka. Nella serata sono stati caricati su degli autobus e trasferiti in una destinazione sconosciuta. Si temono esecuzioni extra giudiziarie di massa nei boschi adiacenti alle periferie della capitale.

Sempre ieri Kibrom Berhe, dirigente del partito di opposizione Congresso Nazionale del Grande Tigray è stato aggredito da cinque uomini armati mentre era con amici in un caffè di Addis Ababa. Berhe è stato colpito alla testa e ora è in gravi condizioni mentre un suo amico è stato rapito dagli aggressori. Questi atti terroristici contro i civili sono frutto della strategia repressiva di Temesgen Tiruneh.

Le milizie paramilitari di Agegnehu Teshager sono utilizzate anche per provocare l’esercito sudanese. Lunedì hanno assassinato degli autisti del Programma Alimentare Mondiale all’interno del territorio del Sudan e compiuto delle razzie di bestiame.

Il rischio della ripresa del conflitto in Tigray giunge in contemporanea con il comunicato emesso dalla dirigenza del TPLF a riguardo del cessate il fuoco, ponendo delle condizioni. Il TPLF esige precise garanzie che non vi siano ulteriori attacchi al Tigray e il completo ritiro delle forze di invasione Amhara ed eritree dalle zone ancora occupate in Tigray. Richiedono anche ad Asmara e Addis Ababa risarcimenti dei danni causati negli 8 mesi di conflitto e la creazione di un organismo investigativo indipendente sotto egida ONU per indagare sul genocidio e crimini contro l’umanità commessi in Tigray. Come ultima condizione, il libero accesso delle Agenzie ONU e ONG nazionali e internazionali per attivare l’assistenza alla popolazione, attualmente bloccata dai soldati federali ai confini con il Tigray.

Nessun commento ufficiale da parte da parte della portavoce del primo ministro e del presidente della task force del governo istituita per coordinare l’operazione di sicurezza in Tigray. La risposta è giunta lunedì da portavoce della dirigenza Amhara: Abiy Ahmed Ali. In un discorso al Parlamento il Premier ha affermato di essere in grado senza difficoltà di reclutare un milione di nuovi combattimenti. Ha inoltre informato che 100.000 soldati appartenenti alle unità speciali sono pronti per essere impiegati su qualsiasi fronte interno.

Sempre lunedì il Presidente Agegnehu Teshager ha ribadito che le Woreda di Welkait, Tegede, Tselemit e Raya appartengono all’Amhara lanciando un avvertimento al TPLF. “Siamo pronti a respingere qualsiasi piano di invasione che il TPLF vuole fare contro il popolo Amhara. Il TPLF sarà annientato e le Woreda di Welkait e Raya saranno le loro tombe”. L’occupazione da parte dell’esercito federale dei territori tigrini di Welkait e Rayachiudono l’unica via di accesso dal Sudan.

Il linguaggio intransigente della direzione nazionalista Amhara sta sconcertando le diplomazie occidentali che sperano ad una soluzione politica e al rispetto del cessare il fuoco. Fonti diplomatiche americane temono la ripresa dei combattimenti e osservano che i dirigenti Amhara stanno cercando di trasformare la guerra civile da loro innescata in una guerra etnica, giocando la carta della difesa del popolo Amhara. Le due “T” (Teshage e Tiruneh) stanno rispolverando antiche conflittualità tra le due etnie che risalgono all’epoca Zemene Mesafint (Era dei Principi: 1769 – 1855) dove i regni del Tigray, Amhara e Oromia si combatterono per 86 anni per assicurarsi il dominio del Paese.

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