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Sudan. paesi della Troika invitano Mls e Splm-N ad aderire all’accordo di pace

Gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Norvegia – noti come i paesi della Troika – hanno accolto con favore la conclusione dell’accordo globale di pace firmato dal governo del Sudan con il Fronte rivoluzionario del Sudan (Srf), la principale alleanza ribelle sudanese, e hanno invitato i leader ribelli che non hanno aderito a unirsi agli sforzi in corso per la pace e la stabilita’ nel Paese e nella regione. “L’accordo di pace getta le basi per una pace e una stabilita’ sostenibili nel Darfur e in altre aree colpite da conflitti che sono fondamentali per la transizione democratica del Sudan”, ha affermato la Troika in una dichiarazione, nella quale esorta inoltre Abdelwahid Nour – che guida il Movimento di liberazione del Sudan (Mls) – e Abdelaziz al-Hilu – a capo dell’ala contestatrice del Movimento di liberazione del popolo del Sudan-Nord (Splm-N) – a “costruire su questo risultato e ad impegnarsi in seri negoziati” con il governo del Sudan al fine di “realizzare la promessa di una pace globale richiesta dal popolo sudanese nella rivoluzione di dicembre 2018 “.
La dichiarazione dei tre paesi della Troika, ripresa dall’agenzia Nova, giunge al termine di un processo di pace che finora li ha visti meno coinvolti rispetto al ruolo ricoperto negli anni passati. Nella nota i tre sottolineano che “solo un processo nazionale pienamente inclusivo puo’ affrontare questioni fondamentali relative all’identita’ dello Stato”. La nota fa riferimento alle principali divergenze avanzate dai due gruppi ribelli che non hanno aderito all’accordo. La posizione piu’ ferma appare quella di al-Hilu, secondo il quale solo uno Stato laico concordato nei colloqui di pace puo’ affrontare le cause profonde dell’emarginazione del suo popolo in Sudan, e che in vista di una possibile approvazione di questo aspetto rifiuta di dover attendere fino alla prossima conferenza costituzionale – come richiesto dal governo di Khartum -, sottolineando di non credere che le forze politiche approveranno questo statuto. Da parte sua Abdelwahid Nour, che pure chiede uno stato laico, pone condizioni aggiuntive come la necessita’ di riparare le conseguenze della guerra in termini di proprieta’ della terra, compensazioni e rimpatrio degli sfollati interni e dei rifugiati prima di firmare un accordo di pace.

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