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Mediterraneo, il Papa a Malta: l’accoglienza dei migranti cuore del viaggio

È un messaggio forte e chiaro quello che il Papa lancia a Malta, in un viaggio con il dramma  della guerra in Ucraina sullo sfondo e durante il quale Francesco ha rivolto una particolare attenzione ai migranti che arrivano in Europa. Un segnale importante dopo l’ultimo naufragio, poco più dì 24 ore fa, dove hanno perso la vita non meno di 90 persone al largo della Libia. Gli unici quattro sopravvissuti hanno raccontato di essere naufragati insieme a un centinaio dì altri uomini, donne e bambini a bordo dì un vecchio gommone. Sono rimasti in balia delle onde per almeno quattro giorni.
La frontiera del mare uccide quanto è come la guerra… e Francesco lo sa.
Il motto della visita sull’isola del Mediterraneo è significativamente “Ci trattarono con rara umanità”, espressione degli Atti degli apostoli in riferimento al naufragio di san Paolo sull’isola.
Il logo ufficiale mostra mani che si indirizzano verso la croce, provenienti proprio da una nave in balìa delle onde. Le mani rappresentano il segno di accoglienza del cristiano verso il prossimo e l’assistenza a coloro che sono in difficoltà. La barca rammenta, appunto, il drammatico racconto del naufragio di Paolo sull’isola di Malta – nell’inverno dell’anno 60 durante il suo viaggio verso Roma (Atti degli apostoli 27, 27-44) – e l’accoglienza riservata dai maltesi all’apostolo e ai naufraghi (Atti degli apostoli 28, 1-10).
Già prevista per il maggio 2020 e rimandata a causa della pandemia, la visita ha acquisito ancora una valenza maggiore mentre è in atto un conflitto nel cuore dell’Europa, con l’immane tragedia umanitaria dei profughi.
E proprio il tema della pace è stato al centro della visita di Francesco, insieme alla questione dell’accoglienza che vede proprio Malta in prima linea nel rispondere al fenomeno migratorio. Nel corso del viaggio è previsto un incontro con la presidente del Parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola, che ieri si è recata a Kiev dove ha incontrato il presidente ucraino Vlodomir Zelenksy.
Bergoglio è il terzo papa a visitare l’isola dopo Giovanni Paolo II nel 1990 e nel 2001 e Benedetto XVI nel 2010. Al suo arrivo, papa Francesco, invitato come di consueto sia dal presidente della Repubblica, George William Vella, che dalle autorità religiose, è stato accolto dall’arcivescovo di Malta, monsignor Charles Jude Scicluna, collabortore stimato da Francesco in particolare sullo spinoso tema degli abusi sessuali, nonché dal nunzio apostolico, monsignor Alessandro D’Errico, e dal vescovo di Gozo, monsignor Anthony Teuma.
Cinque i discorsi tra ieri e oggi, tutti in italiano, pronunciati da Papa Francesco accompagnato dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, dall’arcivescovo Edgar Pena Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato e dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.
Presente anche il cardinale maltese Mario Grech, segretario generale del Sinodo di Vescovi, nato a Qala, vescovo di Gozo tra il 2005 e il 2019, oltre che presidente della Conferenza episcopale maltese tra il 2013 e il 2016.
Va peraltro ricordato che, in uno speciale segno di attenzione, nel 2017 papa Francesco recapitò, caso più unico che raro per l’omicidio di una singola persona, peraltro non particolarmente vicina alla Chiesa cattolica, un telegramma di cordoglio per la tragica morte della giornalista d’inchiesta Daphne Caruana Galizia, uccisa da un autobomba.
Francesco in quell’occasione espresse la sua vicinanza al popolo maltese, più che mai in quel momento difficile. Dopo gli incontri di ieri con il presidente Vella, il primo ministro Robert Abela, appena rieletto, e le autorità e il corpo diplomatico nella “Grand Council Chamber”, il Papa si è recato  al Santuario nazionale di “Ta ‘ Pinu” a Gozo dove ha svolto l’omelia. Nella giornata di oggi dopo l’incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù e la preghiera nella Grotta di San Paolo, presso la Basilica dedicata, a Rabat, all’apostolo delle genti, il Pontefice celebrerà nessa, alle 10.15, sul piazzale dei Granai a Floriana. Al termine della celebrazione guiderà la preghiera dell’Angelus. Nel pomeriggio, alle 16.45, è previsto l’incontro con i migranti presso il Centro “Giovanni XXIII Peace Lab” ad Hal Far: il papa pronuncerà un discorso. Intitolato a papa Roncalli, il Laboratorio della Pace si trova all’interno del Centro di immigrazione maltese noto come Hal Far. Fondato dal francescano padre Dionysus Mintoff nel 1971, oggi è gestito da un’organizzazione di volontari tra cui il braccio destro del frate, Livingstone, uno studente proveniente dal Kenya. Il centro, che può ospitare circa una cinquantina di migranti che arrivano per lo più da Somalia, Eritrea e Sudan – attraverso la Libia – offre ai migranti un grande lavoro educativo nel campo dei diritti umani e della giustizia e contemporaneamente assistenza medica; accoglie i richiedenti asilo e si occupa della promozione della solidarietà e dei valori cristiani in genere. Il centro gestisce anche un “info point” e un “Internet Cafè” che consente agli ospiti di restare in contatto con le loro famiglie. Ogni settimana, inoltre, produce un podcast radiofonico sui temi della pace e del disarmo.
Un momento del viaggio significativo, che manifesta ancor una volta la vicinanza di Papa Francesco ai migranti.

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