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Etiopia, 28 miliardi per ricostruire il paese dopo la guerra. Il nodo aiuti e sicurezza

Lunedì, il Ministero delle Finanze etiope ha presentato il piano di ricostruzione delle infrastrutture andate perse durante il conflitto che per due anni ha colpito il nord del paese.

Addis Abeba, Etiopia. Durante il forum, che si è tenuto presso l’Hyatt Regency Hotel, Ahmed Shide, Ministro delle finanze, ha potuto esporre i risultati dello studio alla presenza dei partner internazionali per lo sviluppo dell’Etiopia e dei rappresentanti dello United Nations Development Programme (Undp).

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Le autorità hanno stimato che la perdita economica e il costo dei danni alle infrastrutture dovuti ai conflitti che hanno interessato il paese abbiano raggiunto circa 28,765 miliardi di dollari, mentre hanno stimato in 20 miliardi di dollari il costo della ricostruzione postbellica.

Lo studio, condotto in collaborazione con alcune università del paese, ha avuto come obiettivo quello di valutare le perdite economiche e i danni sia a livello sociale (nel campo dell’istruzione e della salute), nel campo delle attività produttive (agricoltura, industria e commercio) così come nel campo delle infrastrutture, (trasporti, elettricità e acqua).

Il conflitto scoppiato a Novembre del 2020, che ha visto contrapposte le forze federali a quelle tigrine, ha interessato principalmente la regione del Tigray, per poi estendersi ben presto nelle regioni vicine, Amhara ed Afar. Le distruzioni si sono rivelate su vasta scala, i danni alle infrastrutture piuttosto estesi, le ricadute sulla popolazione dirompente.

Etiopia. Come la guerra ha impattato sull'economia del paese. ©WFP/Claire Nevill
©WFP/Claire Nevill

Sebbene a Novembre 2022 le parti abbiano esso fine al conflitto con gli accordi di Pretoria, rimangono i nodi dell’assistenza alle popolazioni colpite dalla guerra e la ricostruzione delle infrastrutture andate distrutte nei combattimenti.

Proprio in questa settimane le autorità del governo ad interim del Tigray, hanno richiesto al governo di Addis Abeba aiuto finanziario per la ricostruzione post bellica.

In una lettera indirizzata alla Commissione per gli investimenti dell’Etiopia (EIC), la Commissione per gli investimenti dell’amministrazione provvisoria del Tigray ha chiesto un risarcimento per progetti ed investimenti strutturali danneggiati, la cancellazione del debito, alcuni tipi di esenzioni fiscali, le esenzioni dai dazi a cui sono soggette le importazioni.

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Il Presidente a.i. del governo del Tigray, Getachew Reda

La Commissione ha anche chiesto l’annullamento dei costi di controstallia e la priorità nell’assegnazione delle valute estere. Nel contempo ha esortato gli investitori stranieri a riprendere le attività nella regione il prima possibile: azioni che avrebbero effetti benefici anche sulla popolazione.

A tal proposito è intervenuto Getachew Reda, Presidente ad interim dell’amministrazione transitoria del Tigray, che scrivendo separatamente alla Banca Centrale etiope ha sottolineato come la cancellazione del prestito e le proroghe per gli investitori del Tigray, potrebbero aiutare gli investitori a dare una risposta alle banche, che stanno chiedendo il pagamento dei prestiti a tassi elevatissimi, cosa che sta spingendo gli operatori economici a mettere all’asta le proprietà per ripagare, appunto, i debiti contratti.

Ph. Credit: USAID
Ph. Credit: USAID

Rimane irrisolta la sospensione, da parte di Usaid, dell’invio degli aiuti umanitari nella regione. La decisione è stata presa dall’agenzia federale americana, a seguito della scoperta di frodi e distrazioni di aiuti a danno della popolazione. Proprio quest’ultima, ormai allo stremo, necessita la ripresa immediata dell’invio degli aiuti, sicurezza nella regione e possibilità di mobilità all’interno di essa.

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Ma il governo è alle prese con vari conflitti regionali che mettono a repentaglio la tenuta della del paese in termini di pace e sicurezza. In Oromia le forze governative hanno continuato a combattere contro l’Oromo Liberation Army (OLA) nonostante il tentativo dei colloqui svoltisi in Tanzania a fine Aprile di questo anno.

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Nella regione Amhara sono scoppiati scontri armati in varie aree del Wollo a seguito del tentativo del governo di inglobare le forze militari regionali e le milizie all’interno delle forze federali dell’ENDF. Anche il Gambella, il Benishangul Gumuz, la Regione somala, la Regione delle Nazioni delle Nazionalità e dei Popoli del Sud hanno sperimentato – negli ultimi cinque anni – conflitti, tensioni e scontri armati, andando ad aggravare una situazione piuttosto critica.

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