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Algeria, sciolta organizzazione per i diritti umani fondata 38 anni fa

L’Algeria sta sprofondando in una crisi dei diritti umani in cui non è più previsto alcuno spazio per quegli attori della società civile che, quei diritti, cercano di difenderli.

 Esemplare è la vicenda della Lega algerina per la difesa dei diritti umani (Laddh), fondata ben 38 anni fa. Il Tribunale amministrativo di Algeri ne ha deciso lo scioglimento, a seguito di un ricorso del ministero presentato lo scorso maggio dal ministero dell’Interno. I dirigenti della Laddh neanche erano stati informati del procedimento giudiziario e hanno appreso da Internet del provvedimento ai loro danni.

 

La sentenza di scioglimento afferma che “le attività [della Laddh] non sono conformi agli obiettivi statutari”. In particolare, la Laddh è accusata di aver intrapreso “attività sospette” come “affrontare, nelle sue pubblicazioni, il tema dell’immigrazione illegale”, “organizzare manifestazioni” di fronte ai tribunali” e “pubblicare dichiarazioni e documenti in cui si accusano le autorità di aver represso le proteste”, in particolare – aggiungiamo noi – quelle a partire dal 2019 del movimento Hirak.

Ancora, la Laddh è accusata di avere “avuto rapporti con organizzazioni in Libia e Tunisia”, “inviato rapporti e informazioni non veritiere a entità delle Nazioni Unite” e “incontrato gruppi ostili all’Algeria, influenzati da lobby marocchine-sioniste e da esponenti francesi di sinistra nel Parlamento europeo”.

Amnesty International e Human Rights Watch hanno sollecitato le autorità algerine ad annullare la decisione.

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