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Etiopia, l’escalation di violenze e crimini in Tigray divide il Consiglio di Sicurezza ONU

L’Etiopia ed il grande fronte di guerra, escalation di bombardamenti, massacri e violenze in Tigray: questo è stato il tema del Consiglio di sicurezza ONU – UNSC che si è riunito a porte chiuse venerdì 21 ottobre.

UNSC non ha rilasciato alcuna dichiarazione a causa delle divisioni tra i suoi 15 membri in seduta.

I diplomatici hanno affermato che la Norvegia e i tre membri africani del consiglio – Kenya, Gabon e Ghana – hanno proposto una dichiarazione che avrebbe espresso “grave preoccupazione” per le notizie di un aumento dei combattimenti nel Tigray. Aggiungendo la richiesta immediata di cessazione delle ostilità ed esortando le parti a impegnarsi nuovamente a dialogo.

Russia e Cina hanno bloccato l’approvazione di tale comunicato, come segnalato da fonti diplomatiche che hanno voluto rimanere anonime perché non autorizzate a parlare ufficialmente.

Etiopia e Russia sotto i riflettori dall’UNSC dal 2021

L’anno scorso, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso di sanzionare l’Etiopia in relazione alle violazioni dei diritti umani nella guerra del Tigray. Tuttavia Russia e Cina hanno messo il veto. Quando l’UNSC ha introdotto il voto di emergenza nel marzo 2022 per condannare l’invasione russa dell’Ucraina, l’Etiopia ha cottracambiato astenendosi dal votare.

Demeke Mekonnen, vice premier etiope, ha apprezzato durante la visita di Lavrov di 2 giorni ad Addis Abeba il 26 Luglio 2021. Il vice premier etiope ha omaggiato il funzionario russo con un apprezzamento.

“Incrollabile sostegno della Russia durante i difficili momenti di bisogno, in particolare nella recente lotta per salvaguardare la sovranità dell’Etiopia.”

Lo scopo principale del viaggio del 2021 di Lavrov in Africa, nel mezzo di una guerra di propaganda con l’Occidente, è stato anche quello di assicurarsi il sostegno dell’Africa in simili scenari di voto delle Nazioni Unite per il futuro.

Dichiarazione dell’Ambasciatrice USA

L’ambasciatrice statunitense Linda Thomas-Greenfield ha definito la mancata unità di voto dell’ultimo consiglio ONU come “deludente”.

Questo ultimo incontro dell’ UNSC scaturito per l’escalation di violenze, apice dell’offensiva iniziata il 24 agosto 2022, dopo 5 mesi di apparente tregua umanitaria. Da agosto infatti sono ripresi pesantemente anche gli attacchi aerei in nome della guerra santa di governo al terrorismo, ma massacrando e uccidendo civili, adulti e bmbini.

Approfondimenti: attacchi aerei in Tigray

Target dei bombardamenti aerei: civili ed operatori umanitari

Sono stati colpiti, presi come target ed uccisi anche operatori e mezzi umanitari. Anche  Le truppe eritree hanno intensificato il fronte bellico, ma anche gli atti criminali sul campo. Le forze etiopi ed eritree hanno catturato magazzini appartenenti a ONG a Shire e le forze eritree stanno anche saccheggiando veicoli.

La comunità occidentale, USA ed Europa si preoccupano

Lunedì 17 ottobre c’è stato un precedente incontro del Consiglio di Sicurezza alla fine del quale Antonio Guterres ha rilasciato un sunto e le preoccupazioni ai giornalisti.

“La situazione in Etiopia sta andando fuori controllo.

Violenza e distruzione hanno raggiunto livelli allarmanti.

Il tessuto sociale viene lacerato.

Le ostilità nella regione del Tigray devono finire ora, compreso il ritiro e il disimpegno immediato delle forze armate eritree dall’Etiopia.

Non esiste una soluzione militare.

Civili che pagano prezzi orribili.”

L’ambasciatrice statunitense, facendo riferimento a queste affermazioni, ha dichiarato dopo la seduta ONU di venerdì:

“Solo nell’ultima settimana, abbiamo assistito a un forte aumento dei combattimenti e della violenza. La portata dei combattimenti e delle morti rivaleggia con quella che stiamo vedendo in Ucraina e civili innocenti vengono presi nel fuoco incrociato.”

Il documento interno riporta 159 uccisioni per colpi di arma da fuoco nelle aree di Tahtay Adiyabo, Dedebit e Tselemti nel Tigray nord-occidentale, aggiungendo che altre sono state mutilate da armi da fuoco e bombardamenti.

Altre 157 persone sono state “prese dalle forze eritree” a Tselemti, Dedebit e Sheraro, secondo il documento, che afferma che “non ci sono informazioni (sulla loro) ubicazione”

L’Ambasciatrice americana ha riferito che gli Stati Uniti sono “pienamente e attivamente impegnati negli sforzi diplomatici ai più alti livelli del nostro governo per sostenere l’Unione africana”.

Unione Africana che ha indetto come mediatrice un nuovo incontro per i colloqui di pace in Sud Africa per il 24 ottobre, invitando il governo etiope e quello tigrino a riunirsi. Il governo etiope per voce del consigliere sulla Sicurezza Nazionale Redwan Hussien, ha accettato l’invito.

La contro parte tigrina non ha rilasciato alcuna risposta ufficiale, anche se precedentemente aveva già dichiarato in diverse occasioni di essere pronta ai negoziati.

L’escalation di violenza in Tigray

Venerdì 21 ottobre il media Tigrai TV ha condiviso un servizio in cui mostrava il rilascio prigionieri di guerra da parte delle autorità del Tigray, 9000 soldati etiopi ed eritrei, tra cui 500 donne.

Un portavoce del Programma alimentare mondiale ha detto all’AP che “un gruppo armato” è entrato nel suo magazzino a Shire il 18 ottobre, il giorno dopo che il governo federale etiope aveva annunciato la cattura della città, aggiungendo:

“Il WFP sta lavorando attivamente per confermare se gli individui armati rimangono e se sono stati presi o danneggiati scorte o risorse umanitarie”

Tigrai Media House a riguardo riferisce che:

“Le nostre fonti da Shire ci hanno informato che le truppe eritree hanno saccheggiato i principali magazzini del WFP, materiale umanitario che era destinato agli IDP ( campi per sfollati interni) nel Tigray occidentale. Inoltre abbiamo ricevuto la notizia che le truppe delle forze eritree ed etiopi hanno ucciso almeno 3 giovani questa mattina a Shire.”

Mentre arrivano altre notizie allarmanti dal Tigray, che non è possibile confutare in maniera indipendente ma riportate sempre da TMH. Tra giovedì 20 e venerdì 21 ottobre l’area di Irob, zona del Tigray orientale, è stato attaccato dalle forze di terra eritree con bombardamenti di artiglieria pesante, più di 200 colpi in maniera indiscriminata. Non è ancora dato il numero di vittime e l’epilogo sul campo.

L’escalation di violenze ed abusi sessuali, stupri come arma di guerra non si fermano. 40 donne tra 18 e 80 sarebbero state violentate nella città di Sheraro, 8 stupri anche di gruppo nel distretto di Tselemnti.

L’areoporto di Shire ad oggi risulta presidiato e sotto il controllo delle truppe eritree come riportato da Tigrai Media House.

Adwa sembra aver subìto un ennesimo attacco aereo, bombardamento del 21 ottobre in cui ad oggi però non si ha conto del numero di vittime ed ulteriori dettagli.

Manifestazioni contro l’occidente

Nella capitale etiope, Addis Ababa, oggi 22 ottobre si manifesta a Meskel Square. Le principali arterie stradali del circondario sono state chiuse al traffico dalle 5.00 della mattina per poter far svolgere in sicurezza la manifestazione di propaganda.

Evento voluto e supportato dal governo centrale contro l’ingerenza di alcune potenze occidentali e per la rivendicazione della sovranità nazionale etiope.

Il 20 ottobre gli organizzatori hanno confermato che un raduno pubblico a livello nazionale si sarebbe tenuto in varie città del Paese, il 22 e 23 ottobre, dal tema “Parliamo a favore dell’Etiopia”.

Manifestazione a Meskel Square Addis Abeba contro l'ingerenza occidentale
Manifestazione a Meskel Square Addis Abeba contro l’ingerenza occidentale

Raduno come arma di propaganda del governo etiope per cercare di distrarre l’opinione pubblica e la comunità occidentale di USA ed Europa che hanno gli occhi puntati sui crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati in Tigray da tutte le forze in prima linea ancora oggi: l’esercito etiope, gli alleati eritrei, le forze speciali amhara e le milizie fano.

Armi: i droni dell’Iran all’Etiopia

Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Vedant Patel martedì 18 ottobre ha affermato che gli Stati Uniti hanno informato l’ONU del trasferimento nel 2021 dall’Iran all’ Etiopia di droni utilizzatinei massacri e nella guerra in Tigray. Trasferimento di armi in violazione della risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Appelli per la prevenzione al genocidio

Questa settimana il Direttore dell WHO – World Health Organization, ha dichiarato che c’è una finestra ristretta ora per prevenire il genocidio:

“Non c’è altra situazione al mondo in cui 6 milioni di persone siano state tenute sotto assedio per quasi 2 anni come in Tigray, Etiopia. Questa è una crisi sanitaria. Invito l’intl. comunità per dare a questa crisi l’attenzione che merita. C’è una finestra ristretta ora per prevenire il genocidio.”

Mentre Alice Wairimu Nderitu, Segretario generale per la prevenzione del genocidio per l’ONU, ha condiviso un comunicato riguardo al deterioramento ed all’escalation sulle parole d’odio come fattore discriminante ed arma per l’innesco di ulteriore violenza in Tigray e in altre parti d’Etiopia.

Alice Wairimu Nderitu condanna la recente escalation dei combattimenti in Etiopia
Alice Wairimu Nderitu condanna la recente escalation dei combattimenti in Etiopia

Il consigliere speciale ONU ha espresso il suo sgomento per l’uso di un linguaggio provocatorio da parte di leader politici e gruppi armati nel conflitto del Tigray che continua senza sosta.

“C’è un discorso spesso propagato attraverso i social media, che disumanizza i gruppi paragonandoli a un ‘virus’ che dovrebbe essere sradicato, a un ‘cancro’ che dovrebbe essere curato perché “se una singola cellula non viene curata, quella singola cellula si espande e interessa tutto il corpo e chiedendo “l’uccisione di ogni singolo giovane del Tigray” che è particolarmente pericoloso. Anche i blog della diaspora che invocano il genocidio del popolo del Tigray sono fonte di profonda preoccupazione.”

Ha aggiunto:

“L’incitamento all’odio e l’incitamento alla violenza stanno alimentando la normalizzazione della violenza estrema non solo nel Tigray e nelle vicine regioni di Amhara e Afar, ma anche in Oromia e in altre parti del paese”

2 anni di guerra, morti e atrocità: una catastrofe umanitaria strumentalmente ignorata

La guerra genocida in Tigray è iniziata il 4 novembre 2020 e sconfinata nelle vicine regioni Amhara ed Afar. Gli attuali buoni propositi dell’ Unione Africana per imminenti colloqui di pac non possono nulla verso l’escalation di guerra e violenze che non si fermano.

Tale contesto è accomunato alla mancanza di supporto alimentare e sanitario in un Tigray confinato ed assediato. Le infrastrutture di comunicazione inattive, telefono ed internet ed in mancanza di carburante e con conti correnti bloccati per volontà politiche. Le vittime della guerra sarebbero stimate a più di 500.000, più di mezzo milione di morti.

Nella regione tigrina più di 6 milioni persone in attesa che tutto questo finisca, mentre da stime UNOCHA, oggi sarebbero 13 milioni in tutto il nord Etiopia ad essere dipendenti dal supporto umanitario.


Foto di testa: Demeke Mekonnen, vice premier etiope e Sergey Lavrov, ministro degli esteri risso, durante la visita 2 giorni ad Addis Abeba il 26 Luglio 2021.

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