A un anno e otto mesi (oggi) dall’agguato nella Repubblica democratica del Congo costato la vita all’ambasciatore Luca Attanasio, al carabiniere Vittorio Iacovacci, che gli faceva da scorta, e all’autista del World Food Programme, Mustapha Milambo, nonostante l’inchiesta della Procura di Roma e il processo iniziato la scorsa settimana a Kinshasa, ancora tanti, troppi, misteri e omissioni restano da chiarire. È per questo che la richiesta di #veritaperluvavittorioemistapha, che ha superato le 16 forma, prosegue più determinata che mai.
Serve piena chiarezza su quanto avvenuto quel maledetto 22 febbraio del 2021, e l’assunzione delle responsabilità da parte dì chi non ha garantito le misure di sicurezza che avrebbero potuto scongiurare quell’orribile delitto: i funzionari del Wdp Rocco Leone e Mansour Rwagaza che hanno deciso di appellarsi all’immunità.
Dal primo momento abbiamo rilevato come non era credibile che non ci fosse piena consapevolezza di quanto fosse a rischio la zona in cui viaggiava il convoglio internazionale, sia perché area contesa fra bande di terroristi che spadroneggiano al confine tra Rwanda ed Uganda, che di miliziani fuori controllo e jihadisti che per sopravvivere perpetrano razzie e atti di criminalità di ogni genere a danno della popolazione locale e di chiunque graviti nella sfera di loro controllo.
Anche se la tesi di partenza è il conflitto a fuoco seguito a un tentativo di rapimento, occorre andare a fondo, con indagini ancora più rigorose, senza sconti per nessuno per fugare il sospetto che dietro la monte dell’uccisione dell’ambasciatore Attanasio possa celarsi ben altro che un ‘semplice’ attacco terroristico o un’azione di criminalità comune.
Tanti sono i dubbi che avvolgono l’assalto che ha colpito il convoglio del WFP il 22 febbraio, oltre alla mancanza della protezione armata: dalla dinamica della sparatoria, alla fuga degli assalitori e alle reticenze di autorità locali e funzionari delle Nazioni Unite.
Dubbi che devono essere chiariti. Al più presto.
Focus on Africa, che segue la vicenda con inchieste, reportage e analisi, ha lanciato nel marzo 2021 con Articolo 21 e Festival dei diritti umani la campagna #veritaperlucavittoriomustapha, che avrà come immagine simbolo il disegno che Gianluca Costantini, illustratore e attivista, nonché collaboratore della nostra rivista, ha dedicato alle tre vittime dell’agguato.
Un impegno che va oltre il giornalismo, che deve e può essere condiviso da chi reclama giustizia per tre costruttori di pace e per le loro famiglie.
Per Luca, Vittorio e Mustapha.
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