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Sudan, c’é l’intesa tra militari e civili. Tre anni di transizione a guida alternata

Un accordo per una condivisione e un’alternanza al potere per un periodo di tre anni. Questa l’intesa raggiunta dalla Giunta militare e i rappresentanti del movimento di opposizione del Sudan grazie a una mediazione dell’Unione Africa (Ua) e dell’Etiopia.
Secondo Mohamed Hassan Lebatt, delegato dell’organismo continentale ai negoziati di Khartoum, “le due parti hanno concordato di creare un consiglio sovrano con una presidenza civile e militare a rotazione per un periodo di tre anni o poco piu'”.
Sulla base dell’intesa le elezioni dovrebbero tenersi alla conclusione di questa fase, dunque non prima del 2022.
L’annuncio dell’accordo ha seguito di circa un mese l’intervento dell’esercito per disperdere un presidio di fronte al quartier generale delle Forze armate. Negli scontri innescati dai militari avevano perso la vita decine di dimostranti, oltre 120 secondo fonti non governative.
Il Sudan sta cercando nuovi equilibri dopo mesi di manifestazioni di piazza, culminate ad aprile nell’intervento dell’esercito e nella destituzione di Omar Hassan Al-Bashir, il generale – dittatore al potere dal 1989.

Subito dopo l’annuncio dell’accordo, migliaia di persone sono scese in strada a Khartoum e nelle principali città del paese intonando slogan in favore di autorità civili.

“Dopo 30 anni di dominio dittatoriale, i sudanesi hanno dimostrato che la libertà e la dignità non muoiono mai”, ha affermato il negoziatore dell’Ffc e leader del Partito del Congresso sudanese Omer al Digair, il quale ha elogiato la lotta del popolo del Sudan e per il cambiamento e ha sottolineato che le priorità più importanti del governo di transizione sono raggiungere la pace e portare a termine un’indagine indipendente e trasparente sugli “assassini dei martiri”.

Da parte sua, il vice capo del Tmc, Mohamed Hamdan Dagalo alias “Hemedti”, ha promesso che il cambiamento sarà completo e non escluderà nessuno, realizzando tutte le speranze e le aspirazioni del popolo.

Dagalo ha quindi salutato gli sforzi regionali e internazionali che hanno accompagnato i sudanesi verso il raggiungimento di questo accordo e ha espresso la speranza di veder presto nascere un governo democratico. L’accordo dovrebbe essere firmato lunedì 8 luglio alla presenza del primo ministro etiope Abiy Ahmed, del presidente della Commissione dell’Unione africana Moussa Faki Mahamat e di alcuni leader regionali.

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