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Somalia

La Somalia riceverà nuove armi per la lotta ad al-Shabaab

L’annuncio arriva dopo oltre tre decadi di embargo sulle armi. L’esercito somalo da alcuni giorni sta ricevendo nuove armi e continuerà a riceverne per il 2023, per affrontare al meglio tutte le future fasi della lotta al gruppo affiliato ad Al Qaeda.

Somalia. A riferire dell’accordo sull’import di armi, Hussein Sheikh-Ali, consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente Hassan Sheikh Mohamud, che ha sottolineato come oltre a quanto acquistato dal paese, una parte delle armi arrivate nel paese siano state donate dai partner per la sicurezza.

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Gli ambasciatori di Usa, Uk, Turchia, UAE e Qatar che hanno partecipato al vertice per la sicurezza della Somalia. Credit: Office of National Security

In prima linea, nel rifornimento di armamenti all’esercito somalo troviamo gli Usa, il Regno Unito, il Qatar, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti.

In linea con le dichiarazioni, il 10 Luglio, presso le basi di Baidoa e Baledogle, gli ambasciatori dei sei partner hanno incontrato il consigliere per la sicurezza del Presidente ed i vertici militari somali, al fine di stabilire i passaggi successivi del piano e migliorare il coordinamento in materia di antiterrorismo e assistenza alla sicurezza.

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Gli ambasciatori Usa, Uk, Turchia, UAE e Qatar partecipano ad un incontro con il Consigliere alla sicurezza del Presidente somalo ed i vertici militari. Baidoa, 10 Luglio. Credit: Hussein Sheikh-Ali

Oltre ad armi leggere, la partita prevederebbe mortai da 120 mm, cannoni antiaerei Zu-23 ed elicotteri. Hussein Sheikh-Ali soffermandosi su quest’ultimo punto ha sottolineato che gli elicotteri attualmente utilizzati per l’evacuazione delle vittime degli scontri a fuoco possono anche prendere parte ai combattimenti essendo dotati di armamenti.

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Truppe SNA. Baidoa, 10 Luglio

In un’intervista a VOA Africa, Hussein Sheikh-Ali ha affermato che gli armamenti di cui si è disposto il trasferimento, faranno la differenza sul campo dopo l’embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite che per decenni ha limitato la capacità del governo di acquistare o ottenere armi pesanti, oggi indispensabili alla lotta ad al-Shabaab.

Nell’intervista ha rivelato inoltre che nel mese di Dicembre si terrà a New York una conferenza internazionale dei donatori, al fine di raccogliere ulteriori fondi per il settore della sicurezza interna della Somalia.

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Dall’inizio del ritiro delle truppe della missione ATMIS, iniziata nel mese di giugno, la Somalia è corsa ai ripari. La lotta contro i terroristi di al-Shabaab ha avuto una fase di arresto dopo una prima parte delle operazioni che ha portato al governo in carica importanti successi, in termini di riconquista del territorio e di relazioni con i clan locali.

Se gli step verranno rispettati entro l’estate lasceranno il paese altri 3000 soldati, per arrivare entro il 2024 al ritiro completo (il piano è stato approvato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, risoluzioni 2628 e 2670).

Come concordato con i vertici militari somali e affermato dall’inviato speciale dell’UA per la Somalia e capo dell’ATMIS, l’ambasciatore Mohamed El-Amine Souef, il Comitato tecnico tripartito che comprende rappresentanti del governo federale della Somalia (FGS), dell’ufficio di supporto delle Nazioni Unite in Somalia (UNSOS) e dell’ATMIS, ha ormai consegnato tutte le basi operative avanzate alle forze dello SNA.

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Incontro tra i consiglieri alla sicurezza Usa e il Ministro della Difesa somalo Abdulkadir Mohamed Nur. 21 Luglio. Credit: U.S. Embassy.

Proprio gli avamposti (in gergo tecnico FOB), sono stati al centro di un ulteriore incontro tra i consiglieri per la sicurezza dell’Ambasciata Usa in Somalia ed il Ministro della Difesa somalo, Abdulkadir Mohamed Nur, tenutosi a Mogadiscio il 21 Luglio scorso.

Le basi, poste in territorio avanzato, senza le opportune rotazioni, l’assistenza logistica ed aerea, poste molto spesso in territorio conteso con al-Shabaab rischierebbero di essere spazzate via in breve tempo. Non pochi negli ultimi tempi sono stati i casi in cui i militanti jihadisti hanno preso di mira gli avamposti, infliggendo perdite umane e di armi piuttosto considerevoli all’esercito somalo.

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Da qui la necessità dello stato somalo, di rimpiazzare le truppe dell’ATMIS fino ad oggi presenti nel paese, di non perdere quanto fino ad oggi conquistato e di dare una spinta all’attuale fase della lotta contro al-Shabaab.

Per ottemperare alla scaletta – in termini di sicurezza- che il Presidente Hassan Sheikh Mohamud ha più volte enunciato, i partner strategici stanno operando pressioni affinché si riveda l’embargo sulle armi al quale il paese è soggetto dal 1992.

L’embargo sulle armi alla Somalia – secondo il Presidente Mohamud- è un ostacolo alla ricostruzione dell’esercito e all’accelerazione dell’eradicazione del terrorismo, in un momento in cui il paese sta affrontando uno dei momenti peggiori nella guerra contro Al-Shabaab.

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Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto sanzioni a tempo indeterminato alla Somalia nel gennaio 1992 prima di essere parzialmente modificato nel febbraio 2007.

 

 

 

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