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Burundi, incendio nella prigione centrale di Gitega. SOS Médias: più di 50 morti

Nel cuore della notte tra il 6 e il 7 dicembre, un grande incendio è scoppiato all’interno del carcere centrale di Gitega, capitale politica del Burundi. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, intorno alle 4 di mattina ci sarebbero stati diversi morti e feriti: avrebbero preso fuoco tutti i settori della prigione, tranne quella riservata alle donne. Nel penitenziario sono recluse almeno mille persone.

All’alba, i camion dei pompieri impiegati per domare le fiamme erano sette, mentre un numero imprecisato di ambulanze andavano e venivano freneticamente con i presidi sanitari. Sia i tecnici della Regideso, la società idrica ed elettrica burundese, sia gli operatori della Croce Rossa sono entrati nel carcere devastato dalle fiamme, ma ne sono dovuti uscire sconfortati: “sui loro volti si leggeva l’orrore”, ha scritto il giornale “Iwacu”. Sono potuti entrare in prigione anche alcuni funzionari amministrativi della città di Gitega e quelli di Muramvya, ma tutti ne sono usciti senza rilasciare alcun commento.
Una fonte ufficiale anonima, riportata da “SOS Médias Burundi”, ha detto di aver contato “più di cinquanta corpi carbonizzati”:

Nella mattinata, le forze dell’ordine hanno presidiato tutte le strade che conducono al carcere e un cittadino è stato arrestato perché ha scattato alcune foto con il suo smartphone e ai giornalisti è impedito di avvicinarsi o di riprendere immagini:

Come ha osservato “Iwacu”, il giorno prima dal tribunale di Gitega sono stati rubati diversi fascicoli e registri, mentre altri sono stati bruciati e vandalizzati da estranei che sono riusciti a entrare negli uffici. Non si sa se ci sia relazione tra i due eventi; tuttavia, va ricordato anche che il 21 agosto scorso un altro incendio aveva distrutto alcuni settori della stessa prigione, per fortuna senza vittime, che, secondo le indagini della polizia, fu dovuto ad un cortocircuito.

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