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Orfanotrofio di Khartoum

Sudan, la triste storia dei bambini salvati dall’orfanotrofio di Khartoum

Quasi 300 bambini sono stati salvati dall’orfanotrofio Mygoma di Khartoum. Nelle ultime sette settimane 67 di loro sono deceduti per fame, disidratazione e infezioni.

Orfanotrofio di Khartoum. I bambini del Mygoma Orphanage di Khartoum, circa 400 (di cui 300 sotto ai due anni), sono rimasti sotto il fuoco incrociato dei combattimenti scoppiati nel paese il 15 Aprile. Nelle ultime settimane sono rimasti in balia di se stessi a causa dei pesanti combattimenti che hanno impedito al personale di raggiungere la struttura.

Orfanotrofio di Khartoum

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La zona si è ritrovata ad essere epicentro dei furiosi combattimenti tra l’esercito sudanese e le Rapid Support Forces.

Le interruzioni di corrente e la mancanza di acqua, con temperature che negli ultimi giorni hanno raggiunto i 44 gradi, hanno reso la situazione impossibile da gestire per dei bambini, che hanno cominciato a morire, a partire dai più bisognosi, i più piccoli. In una dichiarazione ufficiale, l’Unicef ha ammesso che sono 67 i bambini ad aver perso la vita dall’inizio della guerra.

All’inizio della scorsa settimana, attraverso un’operazione di evacuazione tanto audace quanto coraggiosa, messa in piedi dagli operatori umanitari dell’Unicef e del Comitato Internazionale della Croce Rossa, 300 di loro sono stati portati in salvo verso sud, a Wad Madani, a 136 km a sud est della capitale.

Orfanotrofio di Khartoum

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In realtà le operazioni di evacuazione sono state tentate più volte nel corso di questi mesi, ma il fallimento dei colloqui di Jeddah, le numerose tregue dichiarate e mai rispettate, la mancanza totale di sicurezza, la scarsa comunicazione nelle linee di comando delle truppe e delle milizie sul campo, hanno reso l’operazione una vera e propria impresa, aggravata dall’enorme sfida logistica per il loro trasferimento verso la salvezza.

La difficoltà maggiore è stata quella di estrarre i più piccoli ed i neonati, gravemente malnutriti, portati in sicurezza attraverso un convoglio di van, sui quali sono stati affissi dei messaggi ai combattenti: “Ci sono dei bambini a bordo“.

Orfanotrofio di Khartoum

Li abbiamo strappati da una morte certa, per un destino che spero sia migliore” ha detto alla BBC Heba Abdullah, una badante dell’orfanotrofio che ha partecipato all’operazione. Alla fine il Ministero dei traporti sudanese ha richiesto al Comitato Internazionale della Croce Rossa e all’Unicef di organizzare un convoglio di autobus da Khartoum per metterli in salvo. Un lunghissimo viaggio di 4 ore attraverso raffiche di mitragliatrici e colpi di mortaio.

Al loro arrivo a Wad Madani, alcuni di loro sono stati trasferiti immediatamente in ospedale, tre di loro sono morti nelle ore immediatamente successive poiché malnutriti al punto di non farcela, pur avendo guadagnato la salvezza. L’ultimo di loro nella mattinata di giovedì.

Alcuni di loro, erano così piccoli, fragili e sottopeso che avevi paura a prenderli in braccio. Ora hanno solo bisogno di cure” ha riferito Marina Fakhouri, rappresentante della Croce Rossa Internazionale.

© Unicef

Ora la sfida per gli operatori umanitari è quella di trovare famiglie affidatarie che possano accogliere e perdersi cura di loro. “C’è un elenco di famiglie affidatarie che sono state preparate, che sono state addestrate per essere pronte ad accoglierli“, ha riferito Mary Louise Eagleton, vice rappresentante dell’Unicef ​​in Sudan. “Intere comunità si sono unite per aiutare, molte persone hanno accolto e con sono tantissime che sono disposte a farlo“.

L’evacuazione degli orfani, ha sottolineato la Eagleton, è stata “un barlume di speranza di cui avevamo tanto bisogno. E’ stato un raggio di sole per tutti noi“.

Sono 13,6 milioni i bambini che hanno necessità di assistenza immediata in Sudan, il numero più alto mai registrato nel paese. Sono 1,2 milioni gli sfollati interni secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM).

 

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