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Speciale Sudan

Sudan, colpo di stato in atto. Preso l’aeroporto ed il palazzo presidenziale

Sudan

Le forze di intervento rapido (Rsf) agli ordini del vicepresidente del Consiglio di transizione Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo e appoggiate dai mercenari della Wagner nelle ultime ore hanno sferrato attacchi nella zona dell’aeroporto e del palazzo presidenziale. Le notizie degli ultimi minuti danno il palazzo presidenziale nelle mani dei golpisti, sono le stesse Rsf a confermarlo…

Le forze di intervento rapido (Rsf) agli ordini del vicepresidente del Consiglio di transizione Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo e appoggiate dai mercenari della Wagner nelle ultime ore hanno sferrato attacchi nella zona dell’aeroporto e del palazzo presidenziale.

Le notizie degli ultimi minuti danno il palazzo presidenziale nelle mani dei golpisti, sono le stesse Rsf a confermarlo in un comunicato: “Le Forze di supporto rapido si sono difese in risposta alle forze ostili infliggendo pesanti perdite [all’esercito sudanese], “sono riuscite a prendere il controllo dell’aeroporto di Merowe e quello di El-Obeid”.

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Le violenze tra l’esercito sudanese, sotto il controllo del capo del governo di transizione Abdel Fattah al Burhan, e i paramilitari delle Rsf, sono sfociate oggi dopo giorni di tensioni sempre più crescenti.

Un edificio delle RSF bombardato dalle forze sudanesi

Bombardamenti sono stati registrati su alcuni edifici delle RSF e conferme di pesanti combattimenti sono registrati ormai in molte parti della città.

“Colonne di fumo si levano dall’interno della base aerea di Marawi, fra scontri tra l’esercito e le Forze di supporto rapido (Rsf) nella base e nella capitale, Khartoum”: lo riferisce su Facebook la tv Al Arabiya citando un proprio corrispondente.

Quelli che all’inizio sono apparsi come combattimenti sporadici in poche ore si sono tramutati in scontri pesanti, un vero e proprio scenario di guerra, “un attacco definito brutale, condotto con tutti i tipi di armi pesanti e leggere”. Partiti dalle zone dell’aeroporto hanno ben presto coinvolto il centro città, comprese le basi militari.

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A quattro anni dalla destituzione dell’allora presidente Omar al Bashir, nell’aprile del 2019, in Sudan il processo politico portato avanti faticosamente dalla società civile, da varie forze politiche e dai militari appare oggi fermo ad un vero e proprio bivio.

Sudan, quattro anni dopo la caduta del regime di Bashir stabilità ancora lontana

 

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