vai al contenuto principale

Sudan, la farsa delle tregue su carta: le armi non tacciono mai

Si continua a parlare di tregua ma le armi in Sudan non tacciono. E il conto dei morti sale. Questa mattina per oltre 20 minuti la zona fieristica di Soba, l’accesso principale di  Al Qawmi Street, che collega #PortSudan con #Khartoum, è stata bombardata dagli aerei dell’esercito mentre le Forze di supporto rapido hanno a loro volta difeso il quartier generale nell’area con sistemi missilistici e armi via terra. Questo colpo di mortaio ha raggiunto la casa del mio amico @sulimaahmed. Intanto in Darfur, nella città di El Geneina, 96 persone sono state uccise negli scontri tra le due fazioni contrapposte.
Il Sudan è senza un governo funzionante dall’ottobre 2021, quando i militari hanno licenziato il governo di transizione del primo ministro Abdalla Hamdok e hanno dichiarato lo stato di emergenza in una mossa denunciata dalle forze politiche come un “colpo di stato”.

A due giorni dal suo scoppio, lo scontro tra le forze armate sudanesi (Saf) e le Forze di intervento rapido (Rapid Support Forces, Rsf) si va diffondendo e intensificando, con il rischio concreto di trascinare il Sudan verso una vera e propria guerra civile.

La mattina del 15 aprile le divergenze sempre più profonde tra le due fazioni si sono trasformate in durissimo scontro armato.

Da un lato l’esercito regolare, dall’altro una milizia paramilitare  che ha radici nelle bande janjaweed che hanno devastato il Darfur durante la guerra civile in quella regione.

La tensione era andata aumentando a metà aprile, quando si erano interrotti i negoziati per definire i tempi e le modalità della fusione delle due forze, previsto dall’accordo per la transizione democratica del paese.

Nei giorni seguenti le Rsf avevano cominciato a dispiegarsi nella capitale Khartoum, e nella zona di Merowe, nello stato del Nord, dove si trova un importante aereoporto militare con la presenza anche di un contingente dell’esercito egiziano, fatto prigioniero dalle Rsf nelle prime ore del conflitto.

Nelle ultime ore un lunghissimo convoglio di camion e altri mezzi militari con a mordo miliziani del Rapid Support Forces, cioè gli ex janjaweed è penetrato in Sudan dal Ciad.

I miliziani vengono dalla Libia e Ciad, richiamati in patria per correre in soccorso del vicepresidente Dagalo, che sta tentando tutto il possibile per impadronirsi dal potere.

Torna su